Uscire dal mondo del lavoro come esodati significa rinunciare alla rivalutazione anticipata delle pensioni prevista per ottobre? È la domanda che si pongono tanti pensionati.
Tra pochi giorni verranno pagate le pensioni di ottobre e finalmente si potrà assistere all’incremento spettante con la rivalutazione anticipata del 2%. Sarà così anche per gli esodati?
I lavoratori definiti “esodati” sono coloro che hanno subito retroattivamente l’innalzamento dell’età pensionabile nonostante avessero già concordato l’uscita dal mondo del lavoro con accordi di incentivo all’esodo o a pochi anni dal raggiungimento della pensione di vecchiaia o dell’anzianità contributiva. L’opportunità di pensionamento viene spostata a causa delle continue modifiche normative – un esempio è la Legge Fornero – e finché non si arriverà ad un sistema strutturale ben definito la situazione non migliorerà. A sottolineare la gravità della questione le ben nove salvaguardie INPS volte a dare una risposta agli interessati. Chiusa questa parentesi, cerchiamo di capire se la rivalutazione anticipata delle pensioni spetta anche ai lavoratori esodati.
La rivalutazione delle pensioni prevista per ottobre spetta a tutte le pensioni. Inizialmente sono state esclusi i trattamenti riservati agli invalidi – assegni sociali e pensione di invalidità – ma successivamente la decisione è stata ribaltata. Essere uscito dal mondo del lavoro da esodato, dunque, non sarà motivo di esclusione dal meccanismo di perequazione anticipato da gennaio a ottobre.
Il tasso applicato sarà solo del 2% più uno 0,2% di conguaglio per la differenza tra tasso d’inflazione stimato a gennaio 2021 dell’1,7% e quello realmente raggiunto, dell’1,9%. Si tratta, dunque, di incrementi di basso importo – tra 10 e 50 euro – dedicati ai pensionati con reddito fino ai 35 mila euro Anche gli esodati potranno notare gli aumenti nel cedolino di ottobre a condizione, naturalmente, che rispettino il requisito reddituale e l’altra condizione ossia la residenza in Italia.
Il pensionato esodato dovrà aspettarsi un importo differente della rivalutazione in base al reddito. La perequazione anticipata, infatti, non sarà per tutti del 100%. Solo per chi ha una pensione fino a quattro volte il trattamento minimo cioè inferiore a 2 mila euro circa. Scende al 90% per importi compresi tra 4 e 5 volte il trattamento minimo e al 75% per assegni pensionistici (da esodati o meno non cambia nulla) superiori a 5 volte il trattamento minimo che per il 2022, ricordiamo, è pari a 524,34 euro.
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