Tra i programmi del nuovo governo c’è la questione del reddito di cittadinanza e del Superbonus. Ecco cosa sapere.
Fra pochi mesi sarà pubblicata la nuova legge di Bilancio e per questo i tecnici del nuovo governo stanno lavorando per decidere come (e se inserire) due misure che a molti non piacciono.
Si tratta del reddito di cittadinanza e del Superbonus. Come abbiamo scritto in “Reddito di cittadinanza: cosa succederà con il nuovo governo? La risposta non è scontata” Giorgia Meloni non ha mai nascosto la propria riluttanza verso questa misura. Anzi, per lei andrebbe abolita. Ma non è l’unica questione da risolvere.
Il reddito di cittadinanza è una questione comune a tutti i partiti politici, perché tranne per il Movimento 5 Stelle che l’ha creata, non è mai piaciuta a nessuno. Anche se in molti capisco che serve per salvaguardare le fasce più deboli.
È ovvio che il nuovo esecutivo non cancellerebbe il reddito da un giorno all’altro. Anche se il centro destra (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) sono convinti di potere dimezzare la spesa attuale pari a 9 miliardi di euro. Le risorse in eccesso saranno utilizzate in un’altra maniera, ma in modo più efficace.
L’intenzione del nuovo governo sul reddito di cittadinanza è trasformare il sussidio e dividerlo in base ai beneficiari.
Da un lato i beneficiari che vivono in una condizione di disagio e che non possono lavorare e né aspirare a un posto di lavoro
Quindi, invalidi o persone inabili al lavoro che avranno bisogno di soluzioni che migliorino la loro vita attuale. Tra l’altro l’obiettivo di Fratelli d’Italia è un aumento dell’assegno.
Oppure, i lavoratori che si trovano in un’età difficile da ricollocare e quindi per questi ci sarà un assegno che accompagnerà alla pensione.
Dall’altro lato ci sono quelli che possono lavorare. Le stime dicono che questi ultimi sono circa il 50% dei beneficiari del reddito di cittadinanza. Quindi, più che di un sostegno hanno bisogno di un reinserimento nel mondo del lavoro.
Questo sarà possibile tramite un percorso di formazione e con l’aiuto dei centri per l’impiego che a oggi rappresentano il punto debole di tutta la misura. Infatti, solo il 20% ha trovato lavoro con l’aiuto dei centri per l’impiego e dei Navigator.
Il nuovo governo ha iniziato a pensare una riforma dei bonus edilizi inserendo anche la “clausola di salvaguardia” per tutte le pratiche già iniziate. Ricordiamo che il Superbonus 110%, applicato alle case unifamiliari, è in scadenza.
Però, chi ha effettivo il 30% dei lavori entro il 30 settembre dovrà proseguirli utilizzando il Superbonus fino a dicembre 2022. Per i lavori nei condomini, invece, la scadenza sarà il 2023.
La riforma, ancora in fase di gestazione, prevede una rivoluzione nel mondo dei bonus edilizi. L’idea è creare un bonus unico che li racchiuda tutto. La decisione sarà presa solo dopo aver saputo quante risorse finanziarie saranno disponibili.
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