Gli esperti ci insegnano come stare bene e divulgano le regole per ridurre il rischio di Ictus. Eccole tutte.
Adottare determinati stili di vita fa sì che la salute migliori e si riducano i rischi di eventi gravi, come l’Ictus. Gli esperti ci dicono come fare.
L’Ictus è un danno cerebrale che si verifica a seguito di blocco/rottura di una delle arterie che irrorano di sangue il cervello. A seconda dell’entità e della durata dell’evento, le conseguenze possono essere molto gravi. Purtroppo, i casi di Ictus cerebrale o ischemico sono in aumento.
In Italia, i numeri elaborati dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Progetto Cuore sono davvero allarmanti: 200 mila nuovi casi ogni anno. Di questi, l’80% è rappresentato dai nuovi casi mentre il 20% da recidive, ovvero fenomeni in chi era già stato colpito da Ictus.
Questa malattia è la terza causa di morte nel nostro Paese, dopo i tumori e le malattie cardiovascolari. Se ne evince che la popolazione deve essere maggiormente informata su come conoscere e contrastare l’evento. Anche perché la prevenzione è al momento la migliore arma che abbiamo. Dopo un Ictus, infatti, la maggior parte delle persone presenta percentuali di invalidità su varie parti del corpo, più o meno gravi.
Ecco dunque ciò che possiamo fare, fin da subito, per evitare l’Ictus e per migliorare la nostra salute e il nostro benessere psicofisico.
La prima regola che gli esperti ci raccomandano caldamente di seguire è di smettere di fumare. In caso di Ictus, un fumatore rischia molti più danni rispetto a chi non fuma. E ovviamente non solo. Secondo il parere del team della Stroke Association del Regno Unito nonché di tutti gli esperti a livello mondale, “Se fumi 20 sigarette al giorno, hai 6 volte più probabilità di avere un ictus rispetto a un non fumatore“.
Abbiamo la possibilità di rivolgerci al nostro medico oppure a centri specializzati per smettere di fumare. Oltre a ridurre i rischi di Ictus, eliminare tabacco, nicotina e fumo dalla nostra quotidianità apporta numerosi altri benefici.
La seconda regola è quella di tenere sotto controllo la pressione arteriosa. Notoriamente, l’ipertensione è una delle cause o concause che scatenano l’Ictus. E riguardo al fumo, le sigarette alzano la pressione, ecco perché le due cose sono correlate. Possiamo anche acquistare un misuratore di pressione e controllarla in autonomia. Gli esperti ci ricordano che i valori da non superare sono generalmente 140/90 mm Hg.
Mangiare sano è la terza regola. Per “mangiare sano” si intende adottare una dieta di stampo mediterraneo. Salvo situazioni particolari e soggettive, la dieta mediterranea offre tutto ciò che serve all’organismo per stare bene e difendersi dagli attacchi esterni. In linea di principio, dobbiamo prediligere frutta e verdura, cereali integrali, pesce e noci. E soprattutto eliminare il più possibile cibi industriali, trasformati e ricchi di grassi.
La quarta regola riguarda invece l’attività fisica. È di fondamentale importanza, a tutte le età. E non è necessario iscriversi in palestra per fare sessioni estreme e impegnative. Basta anche una passeggiata di 20 minuti al giorno. Non ci sono scuse, dunque, per (ri)cominciare a fare del sano movimento.
Tutte queste regole portano anche alla quinta, ovvero il controllo del colesterolo. Se troppo alto, aumenta il rischio di Ictus. E per diminuire i valori di colesterolo dobbiamo seguire le prime 4 regole. Naturalmente, ogni caso è a sé, e per qualsiasi obiettivo da raggiungere è necessario rivolgersi al proprio medico. In linea generale, il colesterolo “cattivo” non dovrebbe superare i 100 mg/dL.
Ricordiamo, infine, che il 29 ottobre si celebra la Giornata mondiale dell’Ictus. Lo scorso evento, nel 2021, venne organizzato con a tema la prevenzione e la cura tempestiva. “Learn the signs, Say it’s a Stroke – Save Precious time” – “Impara i segni, riconosci che è un ictus – Risparmia tempo prezioso”.
È stato questo lo slogan che ha sensibilizzato i cittadini sull’importanza di riconoscere subito i sintomi di un eventuale Ictus e a cercare immediatamente soccorso. Più rapidamente si interviene, infatti, e maggiori sono le probabilità di salvare le cellule del cervello. Nonché favorire una ripresa migliore dopo l’evento.
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