L’UGL chiede al Governo di puntare su Quota 41 nella Riforma delle pensioni. Dopo Salvini è Francesco Paolo Capone a spronare Giorgia Meloni in questa direzione ma le possibilità sono scarse.
Un appello è giunto a Giorgia Meloni da parte del Segretario generale dell’Unione Generale del Lavoro Capone. Pensare a Quota 41 per tutti i lavoratori.
Una ricca agenda politica piena di impegni porterà il nuovo Governo a dover riflettere su tante tematiche differenti. Le elezioni sono state vinte ma ora arriva la parte più difficile per Giorgia Meloni, dimostrare agli italiani di poter governare per l’Italia e per i cittadini e di poter risollevare la nazione nonostante le avversità del momento. Non sarà un compito facile e richiederà del tempo ma, purtroppo, è proprio il tempo ciò che manca. La Legge di Bilancio dovrà arrivare entro il mese di dicembre e le persone cercano risposte che ancora non ci sono. Come si sopravvivrà all’inflazione che ha raggiunto l’8,9%? Quali interventi verranno messi in atto per aumentare in modo serio pensioni e stipendi? Come si andrà in pensione nel 2023?
Proprio in relazione a quest’ultimo quesito stanno arrivando alle orecchie della Meloni vari appelli volti a suggerire proposte strutturali riguardanti un tema caldo e sentito dai lavoratori.
Il Segretario UGL Capone chiede alla Meloni che venga superata la Legge Fornero, poco flessibile e lontana dalle necessità dei lavoratori, concentrando l’attenzione su Quota 41. Tale misura favorisce il ricambio generale sui posti di lavoro e incentiva la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro.
Gli obiettivi prefissati sono tra le questioni che il Governo dovrà affrontare contemporaneamente al caro bollette e all’aumento dei costi delle materie prime, afferma Capone. E Quota 41 permette di raggiungerli dando un aiuto rilevanti ai lavoratori.
Il Segretario generale Fnp Veneto Tina Cupani parla, invece, degli incrementi previsti a partire da ottobre su stipendi e pensioni grazie rispettivamente al taglio del cuneo fiscale e alla rivalutazione anticipata del 2%. Per quanto apprezzati sono minimi e insufficienti ad aiutare le famiglie a combattere l’inflazione.
I cittadini con redditi medio bassi non otterranno alcun beneficio dagli interventi decisi dall’ex esecutivo. Si tratta di misure palliative di cui i pensionati sono stanchi, ribadisce Cupani. La speranza è che il nuovo Governo, forte di una solida maggioranza, possa fornire proposte concrete di riforme strutturali sulle quali confrontarci per dare al Paese soluzioni di largo respiro – queste le parole del Segretario.
La Fnp suggerirà gli interventi che chiede da tempo. Una revisione completa dell’imposizione fiscale che si concentri sulla tassazione delle pensioni dato che un assegno di 1.500 euro al mese produce in Italia 3.500 euro di tasse all’anno contro le 39 della Germania. Una riforma del sistema previdenziale che tenga conto dell’invecchiamento della popolazione e del calo demografico. E infine, la sostenibilità e la promozione del lavoro per le donne e per i giovani con retribuzioni dignitose.
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