La pensione anticipata contributiva si rivolge a chi prima del 1996 ha versato contributi effettuando il cumulo con la contribuzione in Gestione Separata.
L’opzione di pensionamento con calcolo dei contributi è prevista anche per i lavoratori che hanno maturato meno di 18 anni di contributi entro il 31 dicembre 1995.
Doppia occasione per i lavoratori di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. I primi ad approfittare dello scivolo sono coloro che hanno maturato i contributi prima del 1996 accettando di utilizzare il sistema di calcolo puramente contributivo. Condizione necessaria è effettuare il cumulo con i contributi versati in Gestione Separata. I secondi sono coloro che hanno versato meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 a condizione che abbiano almeno 15 anni di contributi maturati di cui almeno 5 successivamente al 1995. In più dovranno aver versato minimo un contributo nella Gestione Separata. L’iscrizione alla gestione indicata, dunque, è fondamentale per poter approfittare della pensione anticipata contributiva.
La pensione anticipata contributiva è un’ottima alternativa alla pensione anticipata ordinaria a cui si accede con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne. Avendo una contribuzione inferiore, è possibile valutare l’uscita dal mondo del lavoro con la pensione contributiva. Basterà aver compiuto 64 anni di età e aver versato almeno 20 anni di contributi. Inoltre occorrerà aver maturato un assegno pensionistico di importo superiore a 2,8 volte il trattamento minimo (524,34 euro x 2,8, quindi 1.468,152 euro lordi).
Accettando questa soluzione, però, si dovrà rinunciare all’utilizzo del sistema di calcolo retributivo per i contributi versati prima del 1° gennaio 1996. Come già detto, infatti, la pensione anticipata contributiva prevede esclusivamente il sistema di calcolo contributivo. Quest’ultimo è più svantaggioso dato che si basa principalmente sui contributi versati, sul montante contributivo e sui coefficienti di trasformazione legati all’età, fattori che incidono negativamente sull’importo finale rispetto al calcolo retributivo.
Con venti anni di contributi maturati, dunque, vale la pena chiedersi se non sia il caso di attendere la pensione di vecchiaia per lasciare il lavoro. Si tratterebbe di tre anni in più passati i quali si avrebbe un assegno pensionistico più consistente.
Ricordiamo che per la pensione contributiva anticipata non si applica la finestra sulla decorrenza. Parliamo del differimento del pagamento dell’assegno trascorsi i tre mesi dall’inoltro della domanda. Condizione necessaria è, però, la cessazione del rapporto di lavoro dipendente mentre non è richiesta la cessazione in caso di lavoro autonomo.
L’inoltro della richiesta dovrà essere fatto all’INPS tramite portale con le credenziali digitali, attraverso il Contact Center (803 164 da fisso e 06 164 164 da mobile) oppure avvalendosi dell’aiuto di CAF e patronati.
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