Flavio Briatore torna nel mondo della Formula 1 come ambassador. Gestirà la parte dell’intrattenimento dei Gp.
Flavio Briatore non ha bisogno di presentazioni. Imprenditore di successo, impegnato nel campo della moda, dell’intrattenimento, della ristorazione e della Formula 1.
La vita del manager piemontese è sempre stata sotto i riflettori. Non sono mancate, nel corso degli anni, polemiche legate a molte delle sue osservazioni, espresse senza peli sulla lingua e con estrema fermezza. È sempre stato poco avvezzo alle mezze misure, ma particolarmente incline alla condivisione. Quest’ultimo aspetto è evidente nell’approccio con i suoi dipendenti: l’unica cosa che conta è fare squadra, lavorare insieme per perseguire lo scopo finale, cioè il profitto.
Dopo aver investito in Italia, ha deciso di puntare più in alto e di provare ad avere successo anche all’Estero, a Dubai, in Qatar, ad Abu Dhabi e in Arabia Saudita. Dopo un periodo di pausa, è tornato ad occuparsi di Formula 1, con un progetto diretto a rivoluzionare il Paddock Club e a sviluppare i Gran Premi in nuovi Paesi.
Scopriamo i segreti del successo di uno degli imprenditori italiani più conosciuti al mondo.
Flavio Briatore inizia la sua carriera per merito di Luciano Benetton. Grazie a lui nasce anche la passione per il mondo della Formula 1. “Io ero uno dei rappresentanti Benetton negli Stati Uniti e mi ha chiesto di andare in Inghilterra, a vedere l’investimento che avevano fatto in un team di Formula 1. Sono andato a Londra, ho visto il team e dopo cinque-sei mesi abbiamo firmato un contratto con loro. Inizialmente ero direttore marketing e commerciale, ma dopo pochi mesi sono diventato amministratore delegato della squadra”.
Sono molteplici i settori nei quali Flavio Briatore si è cimentato come imprenditore, dalla moda alla ristorazione al mondo dell’intrattenimento di lusso, passando per quello del calcio.
Egli attribuisce la chiave dei suoi trionfi alla capacità di ascoltare e motivare le persone che lavorano per lui. Ad esempio, ricorda con grande entusiasmo gli anni in cui è rimasto alla guida del club inglese di calcio Queen Park Rangers. È riuscito, infatti, a gestire una squadra di Serie B fino alla promozione in Premier League e a guadagnare anche in tale settore.
In Italia, invece, possiede due Crazy Pizza ed è in attesa di aprire altri, mentre, in Sardegna, c’è il Billionare, che rappresenta un po’ il punto di partenza della vita imprenditoriale di Briatore. Infine, è a lavoro da alcuni mesi per l’apertura di un nuovo locale a Roma.
Da qualche anno, l’imprenditore è occupato con vari progetti in Medio Oriente.
Le ragioni del trasferimento nel Sud Est Asiatico sono essenzialmente legate a questioni fiscali e alla quasi totale assenza di burocrazia e vincoli. Inoltre, in Arabia Saudita, ad Abu Dhabi, a Dubai e in Qatar, gli investitori ricevono numerosi vantaggi e sussidi, soprattutto sul fronte della tassazione. Briatore, inoltre, considera tali Paesi particolarmente floridi per i manager perché molto ricchi e “l’imprenditore deve andare dove c’è la materia prima, cioè i soldi”.
Flavio Briatore, però, è stato anche al centro di polemiche sorte per delle esternazioni fatte qualche mese fa. L’imprenditore è intervenuto sulla vicenda legata alla difficoltà della maggior parte dei giovani di trovare un lavoro adeguatamente remunerato. Ha, infatti, affermato che i ragazzi dovrebbero fare maggiori sacrifici all’inizio della propria carriera lavorativa e “accontentarsi” anche di impieghi che non piacciono. “Qualunque lavoro lo devi fare e poi nella tua evoluzione, se sei bravo, se fatichi, se fai sacrifici, troverai il modo di coronare i tuoi sogni. Ma se non inizi, è difficile che qualcuno ti venga a cercare”.
Non perdere gli aggiornamenti su questa vicenda: “Napoli, i pizzaioli in guerra con Briatore lanciano un segnale forte per fermare le polemiche“.
È, ovviamente, consapevole di essere un privilegiato, ma ha le idee ben chiare su cosa significhi essere benestante. Per Briatore, la ricchezza consente di vivere un’esistenza agiata e dotata di ogni tipo di comfort, ma si guadagna dopo tanto lavoro e tanti sacrifici. Ritiene che ci sia ancora molta invidia e gelosia nei confronti di chi è riuscito ad investire e a creare posti di lavoro e che la maggior parte delle persone pensi che il successo si raggiunga senza privazioni.
Ma non si tratta sempre di una vita semplice, come spesso si pensa, perché la maggior parte degli imprenditori lavora fino a 12 ore al giorno e non ha neanche il tempo per godere dei guadagni, delle proprietà o delle bellezze posseduti. La ricchezza, inoltre, si può perdere da un momento all’altro, basta anche solo un investimento non proporzionato e sbagliato. “È una caratteristica degli imprenditori: vuoi sempre fare di più, perché nel loro Dna c’è l’idea di creare posti di lavoro, di pensare, di avere un’idea e realizzarla”.
Flavio Briatore ha le idee chiare riguardo alle caratteristiche che dovrebbe avere un buon manager. Innanzitutto, la capacità di ascoltare e capire, per mantenere l’armonia all’interno del proprio gruppo. Poi, l’abilità di saper coinvolgere i suoi collaboratori, perché nelle aziende i dipendenti sono tutti fondamentali.
Un bravo manager, dunque, deve riuscire a far lavorare i suoi collaboratori con serenità e determinazione, affinché credano nel progetto che la società intende portare avanti.
Un buon capo deve essere attivo e partecipativo nella vita aziendale, delegando solo quando è necessario e mantenendo rapporti stabili con gli altri manager con cui si collabora. “Io sono uno sleeping partner con gli occhi aperti”, è così che ama definirsi. “Faccio decine di telefonate tutti i giorni ai miei manager e so esattamente quello che succede. Parlo sempre personalmente con chi è sul posto, così mi faccio un’idea precisa”.
Briatore afferma di essere stato costretto a trasferire molte delle sue attività all’Estero, per “sfuggire” al regime di tassazione sul lavoro del nostro Paese. Ritiene, infatti, che le imposte da versare siano troppo elevate e gli stipendi troppo bassi. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di diminuire le tasse a carico delle aziende ed aumentare, così, i salari dei dipendenti. In Italia, un lavoratore che guadagna 1.500 euro, costa all’azienda più di 3 mila euro.
Per incrementare le assunzioni ed evitare i licenziamenti, l’imprenditore piemontese ritiene che debba applicarsi una tassazione non superiore al 27- 28%, per consentire a tutti di adempiere. “Credo che pagherebbero tutti, perché non è che la gente non voglia pagare le tasse, ma non vuole pagare tasse troppo alte. Ormai per un’azienda siamo sopra al 60%. Impossibile”.
Flavio Briatore è, inoltre, convinto che non sia facile governare un Paese come l’Italia e che, per questo motivo, ci sia bisogno di politici competenti, che abbiano davvero interesse a lavorare per il bene comune.
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