La legge permette l’accesso al prepensionamento in qualità di caregiver, ossia per chi assiste un familiare disabile grave, mediante due forme specifiche.
Nello specifico, in presenza di determinati requisiti, si può accedere a una delle due misure finora previste per alcune categorie di lavoratori. Tra cui, appunto, anche i caregiver: ossia APE sociale o Quota 41.
L’indennità APE sociale, introdotta in maniera sperimentale nel 2017, è stata prorogata, al momento, fino al 31 dicembre 2022. Viene corrisposta per 12 mensilità fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia oppure anticipata.
La misura Quota 41 è stata ugualmente istituita nel 2017, ma con l’obiettivo di agevolare l’uscita dal mondo del lavoro a chi ha iniziato a lavorare prima dei 19 anni e rientra in una delle categorie previste dalla normativa.
Una lettrice ha inviato il seguente quesito: “Ho 30 anni di contributi, 55 anni di età, figlio disabile. Rientro in qualche categoria pensionabile?”
Per poter accedere all’anticipo pensionistico, conosciuto come APE sociale, è necessario innanzitutto aver compiuto 63 anni di età e non essere titolari di pensione in Italia oppure all’estero. I caregiver, oltre ad avere minimo 30 anni di anzianità contributiva, al momento della richiesta devono prestare assistenza, da almeno 6 mesi, al coniuge o a un parente di primo grado convivente con disabilità in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 104. Oppure a un parente o un affine di secondo grado convivente nel caso in cui il coniuge o i genitori del disabile abbiano compiuto i 70 anni di età, siano ugualmente affetti da patologie invalidanti, siano deceduti o mancanti.
Ai fini del riconoscimento dell’indennità, per le donne i requisiti contributivi sono ridotti di 12 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di due anni. L’importo dell’indennità è pari all’importo della pensione mensile calcolata al momento dell’accesso alla prestazione, se inferiore a 1500 euro. Oppure è di 1500 euro se la pensione è uguale o maggiore di questa cifra.
Quota 41 è la pensione anticipata concessa ai lavoratori precoci, in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995. Devono perfezionare, entro il 31 dicembre 2026, 41 anni di contributi. Oltre a rientrare in uno dei profili individuati dalla legge: con invalidità pari o superiore al 74%, disoccupato, caregiver, con lavoro gravoso e lavoro usurante. Si è un ‘lavoratore precoce’ nel caso in cui sia possibile far valere 12 mesi di contribuzione effettiva prima del 19° anno di età. Il requisito dei 41 anni può anche essere raggiunto cumulando i periodi assicurativi ai sensi della legge 24 dicembre 2012, n. 228.
In merito al quesito inviato dalla nostra lettrice, la risposta è purtroppo negativa. Per Ape Sociale non ha raggiunto il requisito anagrafico, mentre per Quota 41, nel caso sia una lavoratrice precoce, manca quello contributivo. Si consiglia di continuare a monitorare l’eventuale proroga dell’indennità APE Sociale.
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