La necessità di una ‘svolta’ in tema di Superbonus è sentita da tecnici, addetti ai lavori e da tutti gli interessati a sfruttare le agevolazioni nel campo dell’edilizia. Cosa potrebbe cambiare con il nuovo Governo?
In moltissimi avranno già sentito parlare del Superbonus, ovvero la maxi agevolazione fiscale prevista all’interno del decreto Rilancio, rappresentata da una detrazione del 110% delle spese effettuate dal primo luglio 2020 per il compimento di specifici interventi, mirati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla diminuzione del rischio sismico degli edifici.
Nell’ambito degli interventi agevolati è compresa altresì l’installazione di impianti fotovoltaici e delle colonnine per la ricarica di veicoli elettrici nei caseggiati. Tra le altre cose, la legge di Bilancio 2022 ha disposto la proroga dell’agevolazione fiscale, imponendo scadenze differenti in funzione dei soggetti che effettuano le spese ammesse.
Ebbene, le ultime notizie sul Superbonus indicano che il reddito potrebbe diventare il fattore chiave per l’utilizzo della detrazione. Ma sarà il nuovo Governo che si insedierà a breve, a decidere quale sarà il futuro della maxi agevolazione. Ciò che è certo è che nei prossimi mesi le regole cambieranno, rispondendo in verità ad un’esigenza di riforma sentita da più parti. I dettagli.
Il Superbonus è il meccanismo nato per favorire il rilancio del settore dell’edilizia dopo la pandemia e per spingere all’ammodernamento e all’efficientamento degli edifici. In questi mesi le notizie di cronaca in materia, riguardanti vari casi di abuso e di aggiramento delle regole, hanno tenuto banco e hanno contribuito a dare un’immagine di certo non ‘rosea’ del meccanismo in oggetto – pur varato con i migliori auspici.
L’agevolazione, come ricordato dall’Agenzia delle Entrate nel proprio sito web, si affianca alle detrazioni, già valevoli da diversi anni per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici (ecobonus) e per quelli di recupero del patrimonio edilizio, inclusi quelli antisismici (sismabonus), al momento regolate, rispettivamente, dagli artt. 4 e 16 del decreto legge n. 63 del 2013.
Al posto della detrazione fiscale, il Superbonus è attivabile anche con una delle modalità previste dall’art. 121 del decreto legge n. 34/2020. Sostanzialmente è possibile scegliere un contributo anticipato come sconto da parte dei fornitori dei beni o servizi, o la cessione del credito corrispondente alla detrazione in gioco.
In considerazione di norme che potevano obiettivamente essere scritte meglio, oggi il Superbonus necessiterebbe un ampio riassetto delle regole del meccanismo, ma si tratta soltanto di una delle tante questioni spinose che il nuovo Esecutivo sarà chiamato ad affrontare.
D’altronde però l’agenda di Governo non potrà che contenere anche il punto della possibile – ed anzi auspicata – riforma della super detrazione fiscale per i lavori (trainanti e trainati) fatti sulla casa. Come accennato sopra, si tratta infatti di un beneficio fiscale mai decollato del tutto, rispetto ai presupposti con i quali è stato introdotto.
Non un nuovo intervento tramite uno dei tanti decreti correttivi degli ultimi mesi, ma una riforma vera e propria ad indicare in che termini confermare il Superbonus nei prossimi anni.
Il legislatore in questo periodo è dovuto intervenire più volte con misure ad hoc per il contrasto alle frodi fiscali, concretizzatesi sfruttando illecitamente il meccanismo della cessione del credito. Queste misure si sono però rivelate assai restrittive, tanto da restringere il campo di applicazione del Superbonus e allontanare i potenziali acquirenti dei crediti.
L’assenza di liquidità nel committente per lo svolgimento o la continuazione dei lavori e la quasi impossibilità di aderire allo sconto in fattura o cessione del credito hanno condotto ad una fase di stallo del mercato. Vero è che recentemente sono state varate nuove regole per sbloccare proprio il controverso meccanismo della cessione del credito, ma pare che i nuovi accorgimenti non siano sufficienti a rilanciare davvero la maxi agevolazione.
Ecco perché si parla di riforma del Superbonus: avrebbe dovuto essere una spinta per rilanciare i lavori dell’edilizia e per consentire ai proprietari di immobili di fare lavori senza spese (o quasi), in virtù delle opzioni della cessione del credito o sconto in fattura. Ma finora così propriamente non è stato.
La riforma, che potrebbe essere adottata dal nuovo Governo, avrebbe il compito di razionalizzare i vari bonus edilizi in essere fino ad ora, accorpandoli e includendo una sola percentuale di detrazione. Si parla di uno sgravio fiscale tra il 60 e il 70%, ma ovviamente siamo in attesa di conferme ufficiali da parte dell’Esecutivo. Il beneficio in oggetto avrebbe poi una scadenza a lungo termine, diverrebbe così ‘strutturale’ – senza bisogno di proroghe annuali con la legge di Bilancio.
Sempre restando sul terreno delle ipotesi, l’accesso al Superbonus potrebbe essere riservato soltanto a taluni committenti dei lavori, sulla scorta della loro situazione reddituale. Insomma, sì allo sgravio soltanto se il reddito resta al di sotto di un certo tetto. Ma non resta che attendere le prime mosse del Governo dopo il suo formale insediamento.
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