È possibile richiedere la rivalutazione della pensione di reversibilità per ottenere più soldi? Quando e perché l’importo cambia?
Nel momento in cui la situazione reddituale del coniuge superstite varia la pensione di reversibilità viene ricalcolata. Attenzione a non confondere con la rivalutazione.
Tra le misure di sostegno alla popolazione una rilevanza particolare deve essere segnalata con riferimento alla pensione di reversibilità. Si tratta di un trattamento erogato dall’INPS al familiare superstite di un assicurato o pensionato deceduto lasciando coniuge, figli o parenti a carico senza o con poco reddito. L’ente interviene per sostenere economicamente gli eredi ma solo a condizione che si rispettino precisi limiti reddituali. A beneficiare della prestazione non sono solo coniugi, figli, genitori ma anche fratelli e sorelle ove non ci siano altri superstiti. In base al grado di parentela spetterà una quota della pensione di importo differente. Tale quota verrà ridotta o aumentata in base al numero degli eredi e questa considerazione vige anche per il ricalcolo della pensione di reversibilità.
La pensione di reversibilità è soggetta a ricalcolo annuale sulla base del reddito del familiare superstite. L’importo può essere decurtato dal 25 al 50% così come accade per il calcolo della somma da erogare a seconda del numero di persone coinvolte nell’eredità del defunto assicurato o pensionato.
Il trattamento pensionistico, infatti, ha un importo variabile tra il 60 e il 100% per il coniuge. La percentuale precisa dipende dal numero di figli a carico. Il 70% con un figlio, l’80% con due figli e il 100% con tre figli o più. Alla somma che si ottiene procedendo con questo calcolo occorrerà sottrarre un’altra percentuale in base al reddito del coniuge superstite. Più precisamente per redditi fino a 20 mila euro circa non si applicherà alcuna decurtazione; per redditi compresi tra 20 mila e 27 mila euro circa il taglio della reversibilità sarà del 25%; per redditi fino a 34 mila euro circa la decurtazione sarà del 40% e, infine per redditi fino a 149 mila euro circa la riduzione sarà del 50%.
Discorso diverso per la rivalutazione della pensione di reversibilità che non dipende dalle variazioni reddituali del coniuge o familiare superstite. Non sono i requisiti del beneficiario, dunque, a comportare la rivalutazione bensì responsabile è l’inflazione. L’ISTAT rileva un indice con riferimento al costo della vita e tale indice sarà fondamentale nella definizione dell’incremento (o riduzione) della pensione. Nel 2023 assisteremo sicuramente ad un aumento dell’importo proprio per la crescita esponenziale dell’inflazione che ha raggiunto un tasso dell’8,9%.
Ricordiamo, però, che la perequazione sarà totale solo per le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo e poi scalerà fino al 75% per le pensioni superiori a cinque volte il trattamento minimo.
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