Tanti i temi che si legano alla pensione di vecchiaia, erogata quando si compie una determinata età: i requisiti e gli aspetti da approfondire
C’è grande attenzione sulla pensione di vecchiaia, sul discorso anagrafico e i requisiti, con tanti interrogativi che possono esservi in merito: a seguire alcuni dettagli.
Si rivolge a lavoratori dipendenti/autonomi iscritti ad AGO, fondi pensione esclusivi e sostitutivi, e Gestione Separata INPS. Vari sono i requisiti in base al fatto che il versamento dei contributi sia avvenuto prima del 31.12.95 (sistema retributivo oppure misto). Oppure da 01.01.96 (contributivo)
Al fine del conseguimento della pensione occorre la cessazione di ogni tipo di rapporto lavorativo dipendente, mentre si può mantenere un’attività da autonomo/parasubordinato, come approfondito anche qui.
Varie sono dunque curiosità e aspetti che destano interesse quando in generale si parla di pensione, come quella anticipata, in relazione alla possibilità di incrementare il reddito senza perdita dell’assegno: i dettagli
Tornando al punto in oggetto, i dipendenti del privato/pubblico con anzianità contributiva al 31.12.95 possono aver accesso alla pensione di vecchiaia a sessantasette anni. Sebbene occorra anche il requisito legato al versamento dei contributi di quantomeno vent’anni.
Al fine del raggiungimento di tale soglia si può calcolare ogni tipo di contribuzione, quindi da lavoro, riscatto, volontaria, figurativa. In deroga a tale requisito, vi sono delle categorie che possono aver accesso alla pensione con contribuzione minima di 15anni. Il chiarimento si legge nella circolare INPS numero 16-2013.
Riguardo gli addetti a mansioni gravose/usuranti, con quantomeno trent’anni di contributi, il requisito anagrafico è di sessantasei anni e sette mesi. Però. a patto di non aver titolarità di Ape sociale al momento del pensionamento.
Il lavoratore con riconoscimento da parte di INPS circa l’invalidità con percentuale pari oppure maggiore dell’ottanta per cento, mantiene il requisito anagrafico vigente prima del decreto legislativo 503/1992. E dunque sessant’anni per uomini e cinquantacinque per donne, (oggi sessantuno e cinquantasei con l’incremento della speranza di vita, e l’applicazione della finestra mobile, di dodici mesi.
Per quanto attiene il lavoratore che abbia anzianità contributiva dopo il 1°gennaio 1996, i requisiti anagrafici e contributivi per l’accesso al trattamento pensionistico sono i medesimi – si legge – circa il sistema retributivo oppure misto. Si aggiunge però quello legato ad avere una pensione che non sia minore di 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale.
Viceversa, tale lavoratore potrà accedere alla pensione di vecchiaia una volta raggiunti settant’anni, con adeguamento a speranza di vita, e dunque settantuno dal 2019. Con 5anni di contribuzione effettiva: obbligatoria, da riscatto, volontaria.
Questi alcuni dettagli generali, tuttavia è opportuno approfondire ed informarsi per saperne di più e chiarire eventualmente dubbi. Anche mediante confronti con soggetti competenti in materia.
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