Il nuovo governo dovrà prendere tante decisioni alcune semplici ma soprattutto tante difficili come il futuro del Superbonus 110%.
Come oramai tutti sanno si tratta di un bonus edilizio che comporta la detrazione fiscale del 110% sui lavori trainati e trainanti eseguiti su un immobile.
Un bonus che non ha mai del tutto convinto la classe politica italiana anche perché non è mai decollato secondo le intenzioni dei “creatori”.
Il Superbonus è nato con l’intento di migliorare la ripresa del settore edilizio permettendo ai proprietari di case di fare i lavori gratis (o quasi). Questo anche grazie allo sconto in fattura e alla cessione del credito.
La misura, nonostante il nobile intento, è fallita subito anche a causa di persone che ne hanno approfittato e iniziato a frodare il Fisco. Di conseguenza, il governo ha emanato delle misure restrittive che hanno costretto i potenziali acquirenti di cessione del credito a rinunciare all’acquisto.
Dopo la situazione è precipitata: sono venute meno la liquidità del committente, il perseguo dei lavori fino al blocco dello sconto in fattura e della cessione del credito. Blocco che poi è terminato proprio a inizio ottobre, ma che ha decretato la fine del Superbonus 110%. Oppure, no.
Sarà il nuovo governo a decidere in merito al Superbonus 110% che potrebbe avere intenzione di riformare la normativa di questo bonus edilizio.
Una specie di riforma che si applicherebbe in realtà. anche agli altri bonus riunendoli in uno solo e con un’unica percentuale di detrazione: tra il 60 e il 70 per cento.
Anche la scadenza sarebbe modificata: non più annuale ma una tempistica più a lungo termine. Inoltre, un’altra idea è quella di legare il Superbonus al reddito del richiedente. Quest’ultimo, tra l’altro, è il requisito per le verifiche effettuate dall’Agenzia delle Entrate.
Ad esempio, se il richiedente ha una disponibilità economica molta bassa ed effettua lavori di 100mila euro e l’impresa accorda lo sconto in fattura oppure la cessione del credito, l’AdE dovrà effettuare delle verifiche. In questo modo, le truffe ai danni dello Stato potrebbero essere ridotte.
Ovviamente, nel frattempo il Superbonus sarà utilizzato con la normativa attuale fino al 2023 ma solo per le spese di lavori eseguiti su edifici condominiali. Invece, la detrazione fiscale scende al 70% per il 2024 e al 65% per il 2025.
Riguardo alle villette unifamiliari, l’erogazione della detrazione del Superbonus è possibile solo se le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022. Ma entro il 30 settembre 2022 dovevano essere completati il 30% dei lavori complessivi.
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