La Legge di Bilancio ha prorogato l’Ape Sociale fino al 31 dicembre 2022. Come si presenta domanda per il riconoscimento dei requisiti?
Con il Messaggio n. 274 del 20 gennaio 2022, l’INPS ha comunicato al possibilità, per i dipendenti che svolgono lavori gravosi da almeno 6 anni, di richiedere i moduli al proprio datore per l’istanza di Ape Sociale.
Si tratta di un’indennità, introdotta in via sperimentale dall’articolo 1 della Legge di Bilancio 2017, destinata a garantire un reddito ad alcune tipologie di lavoratori. In particolare, viene corrisposta al compimento dei 63 anni di età, fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia o di un altro trattamento di pensione anticipata.
Scopriamo, dunque, tutte le novità, i requisiti di accesso e i metodi per la presentazione della domanda.
Per maggiori informazioni, consulta il seguente articolo: “Professioni gravose e pensione: le categorie di lavoratori che possono richiedere APE sociale“.
Un nostro gentile Lettore ha posto il seguente quesito:
“Quali sono le tempistiche di risposta per le domande di Ape Sociale?”
Attraverso il Messaggio n. 274 del 20 gennaio 2022, l’INPS ha reso nota la riapertura delle domande per la concessione dell’Ape Sociale. Dunque, i soggetti che, entro il 31 dicembre 2022, possiedono i requisiti prescritti dalla legge, devono inoltrare apposita richiesta di riconoscimento dei criteri di accesso all’indennità. Solo successivamente all’accettazione di tale documentazione, da parte dell’INPS, l’interessato può proseguire con la domanda di liquidazione.
Le date entro le quali dovevano pervenire le domande sono le seguenti:
L’inoltro, tuttavia, sarà consentito fino al 30 novembre 2022. È bene specificare che le richieste compilate dopo il 15 luglio verranno elaborate solo se ci saranno risorse finanziarie residuali a disposizione.
L’INPS, inoltre, comunica il risultato dell’istruttoria entro il:
La domanda può essere presentata, alternativamente, secondo le seguenti modalità:
Nel caso in cui il lavoratore sia iscritto ad una sola Gestione previdenziale, l’importo della prestazione è uguale alla cifra della rata mensile di pensione, calcolata al momento dell’accesso all’indennità, qualora sia minore di 1.500 euro; se, invece, la pensione è pari o maggiore di quest’ultimo importo, l’Ape Sociale sarà di 1.500 euro. Tale ammontare, inoltre, non è interessato da rivalutazione o integrazione al trattamento minimo.
Nell’ipotesi in cui i richiedenti siano iscritti a più Gestioni, il calcolo della rata mensile di pensione avviene pro quota per ogni Gestione, in relazione agli specifici periodi di iscrizione maturati ed in base alle varie retribuzioni di riferimento.
La liquidazione dell’Ape Sociale decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Viene erogata mensilmente, per 12 mensilità, fino al raggiungimento all’età stabilita per la pensione di vecchiaia o la pensione anticipata.
Non perdere il seguente approfondimento: “Dall’APE Sociale alla pensione di vecchiaia: incredibile quanti soldi in più si prenderanno“.
Oltre al presupposto anagrafico, per l’accesso alla prestazione, la normativa prevede anche il possesso di ulteriori requisiti. Innanzitutto, possono presentare domanda solo i lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti (AGO) o alle forme sostitutive della stessa, alle Gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla Gestione Separata.
Tali lavoratori, inoltre, devono trovarsi in una delle seguenti situazioni:
In aggiunta ai citati requisiti, i richiedenti devono:
Negli ultimi mesi, l’INPS ha previsto delle importanti novità per l’accesso all’Ape Sociale. Innanzitutto, ha consentito la presentazione della domanda anche ai disoccupati che hanno interrotto la propria attività a causa della cessazione dell’attività aziendale.
In relazione all’anzianità contributiva, invece, la Legge di Bilancio 2022 ha stabilito la riduzione a 32 anni del requisito minimo per tali lavoratori addetti a mansioni gravose:
Anche per tali soggetti, tuttavia, vale la condizione di aver svolto, per almeno 6 anni negli ultimi 7 anni o per almeno 7 anni negli ultimi 10, l’attività lavorativa in oggetto.
L’INPS ha specificato, infine, che “nel caso di lavoratrici madri appartenenti a tali categorie, la riduzione del requisito contributivo di 12 mesi per ciascun figlio, fino a un massimo di 24 mesi, opera con riferimento ai 32 anni di anzianità contributiva.”
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