Sono state divulgate le regole per richiedere il cd. Bonus sistemi di accumulo, per ottenere il credito d’imposta sugli apparecchi collegati agli impianti fotovoltaici.
A marzo 2023, potranno essere presentate le domande per il credito d’imposta, per le spese di montaggio dei sistemi di accumulo dell’energia, legati a pannelli fotovoltaici.
L’Agenzia delle Entrate, con il Provvedimento dell’11 ottobre 2022, ha stabilito i termini e le modalità per usufruire del beneficio. Esso è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2022 (articolo 1, comma 812), per le spese affrontate nel 2022.
I sistemi di accumulo sono dei tipi di batterie, grazie alle quali si immagazzina l’energia prodotta in eccesso da un impianto fotovoltaico, affinché venga conservata ed utilizzata successivamente, in base alle necessità. Nel caso in cui questi sistemi siano installati insieme ai cd. interventi trainanti, danno accesso ai benefici del Superbonus 110%.
Vediamo, dunque, in cosa consiste il Bonus sistemi di accumulo e a quanto ammonta.
Per tutte le informazioni aggiuntive, consulta il seguente articolo: “Fotovoltaico: quali sistemi di accumulo permettono di risparmiare di più?”
Possono presentare domanda per il Bonus sistemi di accumulo tutte le persone fisiche che, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022, effettuano spese (accertate) per l’installazione di sistemi di accumulo legati ad impianti di produzione di energia elettrica, alimentati da fonti rinnovabili.
Il Bonus, dunque, non riguarda esclusivamente gli impianti fotovoltaici, ma può essere richiesto per l’installazione anche di altri sistemi di fonti rinnovabili, come, per esempio, il mini-eolico domestico.
La richiesta per il riconoscimento del Bonus in questione deve essere inoltrata dal 1° marzo al 30 marzo 2023. A tal fine, si può utilizzare il servizio online dell’area riservata del sito internet dell’Agenzia delle Entrate; l’accesso può essere effettuato direttamente dal contribuente oppure da un intermediario.
Entro 5 giorni dall’invio della domanda, al richiedente viene rilasciata una ricevuta, che sancisce la presa in carico dell’istanza, oppure lo scarto, con le dovute motivazioni. Nel caso in cui ci siano errori, si può procedere a rettifica, solo entro il 30 marzo 2023. Oltre tale termine, infatti, sarà necessario presentare una nuova domanda, sostitutiva della precedente. Infine, l’interessato può chiedere la rinuncia integrale al credito d’imposta.
Il beneficio è sfruttabile nella Dichiarazione dei Redditi relativa al periodo d’imposta 2022. Per assicurare la sua erogazione, il Governo ha stanziato un fondo complessivo di 3 milioni di euro. L’Agenzia delle Entrate, dunque, deve calcolare la percentuale di spesa a cui si ha diritto, sulla base del rapporto tra la cifra totale stanziata e la somma di tutte le spese riportate nelle domande presentate.
In altre parole, la percentuale dipende dal numero di richieste pervenute. La cifra spettante ad ogni cittadino, quindi, sarà quantificata solo alla scadenza del termine di presentazione della domanda. A tal fine, entro 10 giorni, verrà emesso uno specifico provvedimento da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Non perdere il seguente articolo: “Bonus energia rinnovabile: in arrivo incentivi per installare sistemi di accumulo, occasione da non perdere“.
Il nuovo incentivo è davvero utile? Senza dubbio, esso presenta dei pro e dei contro. Innanzitutto, la quota di credito riconosciuta ad ogni richiedente non è ancora nota e verrà calcolata solo al termine della presentazione di tutte le domande. Questo potrebbe creare degli inconvenienti.
Inoltre, la disciplina normativa permette di recuperare una parte di credito non utilizzata per insufficiente capienza fiscale negli anni seguenti. Si tratta di un dato da tenere in considerazione, perché offre la possibilità di richiedere il Bonus anche ai contribuenti con un reddito basso, a differenza di quanto accade per altri tipi di agevolazioni fiscali.
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