A dicembre la pensione di molti italiani subirà degli incrementi. Ma ad alcuni pensionati non spettano gli aumenti né la tredicesima. Per quale motivo?
Negli ultimi mesi del 2022, gli importi della pensione di molti contribuenti saranno interessati da alcuni aumenti.
Innanzitutto, da ottobre è partita la rivalutazione anticipata del 2%, sancita dal Governo Draghi, per combattere l’impennata dell’inflazione e tutelare il potere d’acquisto delle pensioni. L’obiettivo primario, infatti, è quello di aiutare gli italiani colpiti dall’aumento dei prezzi e dai costi dell’energia.
Ad ottobre, l’incremento della pensione ha riguardato gli assegni con un ammontare minore di 2.692 euro. Nello specifico, i trattamenti di mille euro sono aumentati di 20 euro, quelli di 1.500 euro hanno ricevuto una maggiorazione di 30 euro ed, infine, gli assegni di 2 mila euro sono cresciuti di 40 euro.
Nel mese di novembre, invece, saranno versati i soldi relativi al conguaglio della perequazione 2021 dello 0,2% ed il Bonus 150 euro. Quest’ultimo spetta ai pensionati che, per il 2021, hanno dichiarato un reddito non maggiore di 20 mila euro.
Infine, a dicembre, le pensioni si innalzeranno per effetto della tredicesima mensilità. Ci sono, però, degli esclusi. Procediamo con ordine e vediamo di chi si tratta.
Per ulteriori aggiornamenti, consulta il seguente articolo: “Tredicesima con sorpresa a dicembre: chi scarterà il regalo“.
Gli incrementi degli assegni pensionistici non riguarderanno tutti. Innanzitutto, la maggiorazione si riferisce alle pensioni con un importo inferiore a 2.692 euro lordi al mese. Chi supera tale limite, dunque, non riceverà il 2% della rivalutazione anticipata, ma soltanto lo 0,2% a titolo di conguaglio 2021, seppur in misura ridotta.
La rivalutazione della pensione, dunque, segue i seguenti criteri:
È bene ricordare che, per il 2022, l’ammontare della pensione minima è di 523,83 euro.
Anche l’erogazione del nuovo Bonus di 150 euro non spetta a tutti i pensionati. L’accredito diretto sul cedolino di novembre, infatti, riguarderà solo coloro che hanno un reddito 2021 fino a 20 mila euro.
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La rivalutazione interesserà anche la tredicesima di dicembre; in tale mese, dunque, la pensione sarà più alta. L’aumento è riservato ai percettori (INPS o di altro Ente previdenziale) della pensione di vecchiaia, della pensione di reversibilità, della pensione ai superstiti, della pensione anticipata o delle prestazioni assistenziali (ad esempio, gli invalidi civili).
L’ammontare della tredicesima è uguale all’ultima rata della pensione percepita, per coloro che sono pensionati di lungo corso o chi è andato in pensione da gennaio 2022.
L’importo, invece, è ridotto per i pensionati che hanno effettuato l’accesso alla pensione nell’ultimo anno. La cifra spettante viene calcolata moltiplicando la quota della pensione mensile per i mesi da pensionato ed, infine, dividendo il totale per 12 mesi.
Un esempio più aiutare a comprendere il meccanismo. Su un assegno pensionistico di 1.400 euro al mese, percepito a partire dal mese di maggio 2022, la tredicesima parziale scaturisce moltiplicando l’importo del trattamento per i mesi da pensionato (dunque, 1.400 x 8 mesi). Il risultato (11.200 euro) deve essere diviso per 12 mesi. Si otterrà, quindi, 933 euro di tredicesima (al lordo delle ritenute IRPEF).
Ma chi sarà escluso dalla corresponsione della tredicesima del mese di dicembre? Due categorie di soggetti:
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