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Economia

Rimborso IMU pagata e non dovuta: la verità inaspettata ma non riguarda tutti

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In quali casi e cosa c’è da approfondire circa il tema rimborso IMU pagata e non dovuta: a chi può spettare e alcuni dettagli

C’è sempre grande attenzione sul tema IMU e relativo pagamento, laddove in alcuni casi non occorre farlo o, per meglio dire, si potrebbe aver diritto ad un rimborso. Ecco a seguire alcuni dettagli in merito.

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Elemento che desta grande interesse quello inerente l’Imu, che in taluni casi potrebbe essere non necessario pagare o, meglio, potrebbe esservi il diritto a percepire un rimborso. Ciò per quanto attiene le seconde case equiparate alle prime nell’ambito della sentenza della Corte Costituzionale.

Nella sentenza numero 209 del 2022, depositata nel tredici ottobre, vede l’apertura della stagione legata ai rimborsi per quanto attiene le famiglie radicate in comuni diversi.

Il tema esenzione dunque, centrale rispetto ai coniugi che risiedono in 2 diversi territori. Questo vuol dire che ad essere abrogate sarebbero le norme che sino ad ora avevano limitato la fruizione dell’agevolazione soltanto ad 1 immobile.

Conterà e avrà grande importanza però chiarire in che modo e quando vi sarà possibilità di presentare l’istanza di rimborso ai comuni competenti. Vi sono in merito, si legge, aspetti da chiarire e gli enti a cui far riferimento per avere le diverse info per dar seguito alle pratiche.

IMU, la sentenza e alcuni dettagli

Il relatore della sentenza Antonini, ha ricordato la complessità della vicenda, anche dal punta di visto storico. L’origine si lega al riferimento al “nucleo familiare”, all’interno della legge istitutiva dell’IMU, ritenuta, dalla corte, incostituzionale.

Andando a ripercorrere gli avvenimenti, si legge che in un primo momento, anche a seguito di una interpretazione ministeriale, vi era stato il ricevimento della possibilità di usufruire di una doppia agevolazione circa l’abitazione principale. Soltanto in merito ad immobili siti in Comuni diversi.

Nell’ipotesi che la diverse residenza fosse giustificata, per esempio per ragioni lavorative. In seguito poi, con un intervento da parte della Corte di Cassazione, e poi di un aggiustamento legislativo, vi era stata l’esclusione anche in quella casistica, della doppia agevolazione.

Da parte della Consulta però vi è stata la valutazione che tale impostazione penalizzasse le famiglie al confronto di cittadini che costituiscono coppe di fatto. Andando a rivedere dunque le carte, si è arrivati – si legge – ad un nuovo equilibrio.

Rimborso IMU, chi ne avrebbe diritto

Tanti gli elementi rilevanti quando si parla di IMU come nel caso della ricezione di un immobile come donazione: occorre l’invio della dichiarazione IMU? Dettagli e aspetti.

Tornando al tema, per quanto attiene il pronunciamento da parte della Consulta, viene spiegato che questo è dal carattere piuttosto generale.

Tuttavia, è possibile affermare che i giudici abbiano deciso come, nel momento in cui 2 competenti di un nucleo familiare risiedono in abitazioni diverse (di cui rispettivamente sono proprietari), sarà possibile aver accesso per ambedue all’esenzione riservata a quella principale.

A seguito della pronuncia sul tema dell’ultima sentenza, i coniugi che risiedono in comuni diversi, i quali non hanno avuto modo di usufruire dell’esenzione da abitazione principale e dunque col versamento IMU per le annuali ancora suscettibili di accertamento i.e. da anno di imposta 2017 a 2022, avranno modo di poter presentare richiesta di rimborso ai Comuni competenti.

Secondo alcune interpretazioni tale possibilità varrebbe anche dentro il medesimo Comune. A patto che il criterio legato a residenza e dimora abituale dei soggetti interessati sia verificato e non sia fittizio.

Questioni casi pendenti

A parlare di restituzione possibili circa gli ultimi cinque anni è Confedilizia. La quale però avvisa che vi saranno varie attività da svolgere in funzione della situazione concreta in cui si potrà trovare il contribuente. Tenendo conto che taluni Comuni avevano già dato seguito ad attività di accertamento.

Dall’esito circa la sentenza, gli enti competenti dovranno poi procedere ad analisi, caso per caso, delle varie richieste che arriveranno riguardo i rimborsi. In che modo e con quali eventuali limiti, aspetti ancora da verificare.

Una verifica che però sarebbe comunque gravosa circa gli enti, visto che ci si dovrebbe basare sul riscontro dei dati inerenti l’energia elettrica somministrata. E ancora, servizi idrici e gas legati ad immobili presenti nel proprio territorio.

Riguardo gli enti locali a porsi quindi è il punto legato alle spese di giudizio.

A menzionare la situazione è ItaliaOggi, rispetto al fatto che i Comuni sono finiti – si legge – per essere incolpevoli protagonisti per quanto attiene le disposizioni normative che hanno dovuto far applicare.

Il rischio si legherebbe al fatto di occuparsi di spese le quali si aggiungerebbero a somme degli esborsi inerenti la restituzione del tributo. E inerenti interessi.

Attualmente, viene spiegato che i presupposti in caso potrebbero far definire il tutto come pervaso da “oggettiva incertezza“. Ovverosia si potrebbe teorizzare di giungere poi all’imputazione delle spese legali a carico della parte soccombente.

Un qualcosa che potrebbe sembrare un vuoto normative e al fine del colmarlo vi è stato l’avvio, da parte di Confedilizia circa il predisporre specifici sportelli. Lo scopo è quello di dare consulenza ed assistenza ai proprietari. Anche per quanto riguarda la verifica circa la sussistenza dei requisiti, e dunque la residenza anagrafica e dimora abituale, essenziali al fine del diritto all’esenzione.

Questi, alcuni dettagli al riguardo. Ad ogni modo è opportuno ed è bene che si approfondiscano questioni e punti. E che ci si informi per saperne di più e chiarire eventuali dubbi. Anche attraverso confronti con soggetti competenti in materia ed esperti del campo.

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