Una nuova circolare INPS ha chiarito in che modo si possono regolarizzare i contributi per l’Assegno di invalidità.
Sull’indennità legata all’invalidità e sulle pensioni anticipate non trova applicazione la decorrenza retroattiva con la regolarizzazione dei contributi.
Il primo pagamento delle pensioni di invalidità, solitamente, viene erogato all’inizio del mese successivo a quello in cui è stata presentata la domanda. Con una recente Circolare, tuttavia, l’INPS ha stabilito quali sono le regole da applicare nel caso in cui, al momento della richiesta, manchino i presupposti contributivi. Si tratta di una situazione che coinvolge soprattutto i lavoratori autonomi.
Analizziamo, dunque, il provvedimento dell’Istituto di previdenza e capiamo cosa succede se è stata presentata richiesta per l’Assegno di invalidità ma non si è in regola con il versamento dei contributi.
Consulta anche il seguente articolo: “Pensione inabilità e assegno invalidità: serve la legge 104?”
Per i trattamenti di invalidità a carattere previdenziale (come la pensione anticipata), vale il principio in base al quale l’erogazione dell’indennità ha decorrenza dal primo giorno del mese successivo all’invio della richiesta. È necessario, però, essere in regola con il versamento dei contributi. In caso contrario, l’INPS rigetterà l’istanza.
L’articolo 18, comma 2, del Dpr n. 488/1968, tuttavia, consente ai richiedenti di sanare eventuali periodi antecedenti alla domanda di invalidità sprovvisti di copertura contributiva. Tale operazione è possibile fino alla definizione della richiesta dell’Assegno di invalidità o del successivo ricorso amministrativo o giudiziario.
Attraverso la Circolare n. 110/2022, l’INPS ha spiegato in che modo intervenire per colmare eventuali vuoti contributivi, in particolare per i lavoratori iscritti alle Gestioni speciali dei lavoratori autonomi (commercianti, artigiani e coltivatori diretti).
L’Ente ha sancito che “non viene applicata alcuna retrodatazione nella decorrenza dell’Assegno di invalidità e della pensione di inabilità se i requisiti contributivi determinanti ai fini del diritto sono perfezionati successivamente”.
In altre parole, se si inoltra domanda per l’Assegno di invalidità ma non si è in regola con i contributi assicurativi, ci sarà il rigetto della pratica. Se, poi, interviene la regolarizzazione, l’Istituto accerta il perfezionamento del requisito; successivamente dispone la decorrenza della prestazione ed il relativo pagamento a partire dal primo giorno del mese successivo alla regolarizzazione.
Non perdere il seguente articolo: “Assegno d’invalidità per 13 mensilità, a chi spetta e come richiederlo“.
L’Assegno di invalidità è una prestazione che viene accordata, su richiesta, ai soggetti che presentano una riduzione della capacità lavorativa di almeno un terzo, a causa di un’infermità fisica o mentale.
Il trattamento spetta a tali categorie di beneficiari:
Per il riconoscimento dell’Assegno è, inoltre, richiesto il possesso di determinati requisiti. Nello specifico:
Se, al momento della richiesta, l’interessato non ha tutti i requisiti appena elencati, l’INPS sarà costretto a rigettare la domanda e accoglierla solo successivamente, nel caso di perfezionamento. In quest’ultima ipotesi, il pagamento dell’Assegno decorrerà dal primo giorno del mese successivo al perfezionamento.
L’Assegno di invalidità è valido per 3 anni. Al termine di tale periodo, il beneficiario ha la facoltà di rinnovarlo. Dopo 3 rinnovi consecutivi, tuttavia, la prestazione viene prorogata automaticamente; in ogni caso, l’INPS può richiedere una visita di revisione.
L’indennità è compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa. Inoltre, al raggiungimento dei 67 anni di età (cioè dell’età pensionabile), si tramuta d’ufficio in pensione di vecchiaia.
Le regole per il requisito contributivo dell’Assegno di invalidità sono valide anche per la pensione anticipata. Pure per quest’ultimo trattamento, dunque, l’INPS sottolinea che la decorrenza parte dal primo giorno del mese successivo a quello in cui il diritto alla pensione interviene, oppure da quello in cui è avvenuta la regolarizzazione dei periodi contributivi fondamentali per la sussistenza del diritto stesso.
Sia per l’Assegno di invalidità sia per la pensione di inabilità lavorativa e anticipata, oltre ai requisiti contributivi, devono sussistere anche dei presupposti sanitari e altri sanciti dalla legge, come l’apertura della cd. finestra mobile.
Le nuove regole stabilite dall’Istituto di previdenza interessano soprattutto i lavoratori autonomi; essi, infatti, molte volte presentano dei vuoti contributivi nella vita assicurativa, causati da omessi o ritardati pagamenti contributivi trimestrali. Se gli interessati non possiedono i 42 anni e 10 mesi di contribuzione (fondamentali per la maturazione del diritto alla pensione anticipata), hanno la possibilità di correggere la propria posizione e pagare anche dopo la presentazione della domanda di pensione. In questo caso, però, l’assegno pensionistico decorre dal primo giorno del mese successivo alla regolarizzazione e non dalla data di presentazione della richiesta.
Al raggiungimento dei 67 anni di età, l’Assegno di invalidità si trasforma, in automatico, in pensione di vecchiaia.
La Circolare INPS non prevede dei cambiamenti relativi alla pensione di vecchiaia. Dunque, continua ad applicarsi il principio in base al quale la prestazione decorre dal primo giorno del mese successivo al compimento dell’età pensionabile e del perfezionamento dei requisiti di anzianità assicurativa e contributiva, indipendentemente dalla data di presentazione della domanda.
La pensione di vecchiaia, dunque, ha decorrenza retroattiva, a partire dal momento in cui si maturano i presupposti anagrafici e contributivi, anche nel caso di regolarizzazione successiva.
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