Il Fisco può controllare i movimenti sul conto corrente? Ci sono diverse novità in merito, ma ecco cosa si sa: le regole
Molti cittadini sicuramente si chiedono se il Fisco può controllare i movimenti sul conto corrente e pare ci siano alcune novità in merito: ecco cosa c’è da sapere e le nuove regole.
Ogni tanto si ritorna sul tema dei movimenti fatti sul conto corrente e la domanda ricorrente è sempre la stessa: il Fisco può controllare i movimenti?
Proprio di recente, la Corte di Cassazione si sarebbe pronuncia con una sentenza. Infatti, secondo quanto riportato da contocorrenteonline.it, la Cassazione ha fissato il principio riguardante l’onere della prova.
Normalmente, l’onere di prova, è di competenza dei cittadini che pagano le tasse. Questi, infatti, devono mostrare di essersi comportanti in modo corretto. Quindi, i movimenti sul Conto potrebbero essere oggetto di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Dunque, secondo quanto spiegato in precedenza, è possibile che l’Agenzia delle Entrate possa controllare i conti correnti dei cittadini: in dettaglio.
Inoltre, anche per quanto riguarda i conti cointestati vi possono essere una serie di controlli da parte del Fisco: ecco cosa c’è da sapere a riguardo.
La Corte di Cassazione ha dunque confermato ciò detto in precedenza dalla Commissione Tributaria Provinciale. Secondo la Cassazione, dunque, è giusto che agenzia fiscale della pubblica amministrazione controlli le azioni sospette o comunque che non hanno giustificazione.
Ovviamente, tale controllo viene effettuato se vi sono discrepanze tra la dichiarazione e l’estratto conto.
Vi sono poi specifiche che concernono l’onere di prove. Secondo la Corte di Cassazione tale onere risulta essere bastante solo se l’Agenzia accerta i dati che vengono fuori dal Conto del contribuente. Sarà poi cura del cittadino provare il contrario.
Il contribuente, infatti, dovrà dimostrare che i dati venuti fuori dai movimenti fatti sul Conto non siano oggetto di interesse per il Fisco perché risultano non essere operazioni soggette a tassazione.
Insomma, secondo la sentenza della Cassazione il cittadino contribuente dovrà procurare l’onere di prova. Ovviamente, se gli vi sono stati controlli da parte del Fisco.
Chiaramente, il contribuente non potrà soltanto contestare i fatti ma dovrà fornire delle prove che dimostrano la bontà del suo operato. Tale sentenza risulta essere davvero molto importante ed arriva dopo la faccenda riguardante i proventi che derivano dall’amministrazione di diversi condomini. Questi erano gestiti da un amministratore.
L’Agenzia, in virtù delle nuove tecnologie, è in grado di appurare i vari movimenti sul conto. Nello specifico si parla dell’anagrafe dei rapporti bancari che consente all’Agenzia di profilare il cittadino che paga le tasse.
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