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Pensioni

Pensione anticipata: arriva la svolta per chi soffre di questa patologia molto comune

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Per la pensione anticipata è necessario maturare una determinata anzianità contributiva. Tuttavia, è possibile accedervi anche se si hanno problemi di salute.

Il possesso di alcune patologie concede il diritto ad ottenere la pensione in anticipo, senza dover attendere il raggiungimento dell’età prestabilita.

Foto Canva

Il motivo di tale “sconto” risiede nel fatto che, se si soffre per disturbi molto gravi, si potrebbe rischiare di non raggiungere mai i 67 anni di età (richiesti per la pensione di vecchiaia). Sono, dunque, numerose le malattie che permettono di presentare domanda di pensione anticipata.

Non tutti sanno, tuttavia, che tale facoltà è riservata anche a chi è affetto da obesità. Analizziamo, dunque, la disciplina normativa e scopriamo i pazienti interessati da questa incredibile opportunità.

Consulta anche il seguente articolo: “Come ottenere la pensione anticipata prima dei 60 anni: attenzione a questo requisito“.

Pensione anticipata: le ipotesi in cui l’obesità è invalidante

La pensione anticipata spetta solo se la patologia posseduta è debitamente accertata da un’apposita Commissione medico- legale. Deve essere verificata, cioè, la gravità della situazione. Per questo motivo, qualche semplice chilo in più non permette di smettere di lavorare in anticipo.

È necessario, invece, che il grasso corporeo impedisca al soggetto di svolgere le normali azioni quotidiane, divenendo un vero e proprio ostacolo alla vita lavorativa e sociale. In altre parole, l’obesità deve costituire una vera e propria invalidità. Quando, infatti, il rapporto tra peso e altezza di una persona non è equilibrato, l’accumulo di grasso è molto esteso e può causare il riconoscimento di percentuali di invalidità molto elevate, perfino superiori al 74%.

Ape Sociale per obesi

Solo nel caso di invalidità uguale o superiore al 74%, il lavoratore può avere diritto alla pensione anticipata. Nel dettaglio, può richiedere l’Ape Sociale; sono necessari, però, 63 anni di età e almeno 30 di contribuzione effettiva. In alternativa, è possibile accedere a Quota 41, con un’invalidità di almeno il 74% e 41 anni di anzianità contributiva. Bisogna, inoltre, appartenere alla categoria dei cd. lavoratori precoci.

Gli obesi gravi che hanno un’invalidità pari o superiore all’80%, possono andare in pensione in anticipo anche con soli 20 anni di versamenti previdenziali. Infine, la legge mette a disposizione degli invalidi con 56 anni di età (se donne) e 61 anni (se uomini) la pensione di vecchiaia anticipata. Quest’ultimo strumento, però, è consentito solo per i dipendenti del settore privato e non vale per gli autonomi ed i lavoratori del pubblico impiego.

Non perdere il seguente approfondimento: “Ape Sociale: il metodo corretto per inviare domanda ed evitare che venga respinta“.

Come presentare domanda

Qual è il procedimento da seguire affinché gli obesi ottengano la pensione anticipata? Innanzitutto, è necessario il riconoscimento dell’invalidità civile. Il paziente deve, a tal fine, recarsi dal proprio medico curante; quest’ultimo ha il compito di compilare un certificato attestante tutte le patologie possedute dall’assistito ed inviarlo all’INPS, richiedendo una specifica visita medica.

Entro 30 giorni dall’inoltro del certificato, l’interessato verrà convocato dall’INPS per una visita dinanzi ad una Commissione medica composta da medici dell’ASL e dell’Istituto di previdenza. I medici devono stabilire la percentuale di invalidità posseduta. Solo dopo questa fase è consentito presentare la richiesta di pensione anticipata con Ape Sociale, Quota 41 o pensione di vecchiaia anticipata per invalidi.

Se, però, la percentuale di invalidità riconosciuta dovesse essere minore del 74%, ma uguale o superiore al 67%, in presenza di una riduzione della capacità lavorativa di almeno due terzi, il lavoratore ha a disposizione un’ultima opzione. L’obeso, infatti, potrà presentare domanda di Assegno ordinario di invalidità, una prestazione che è equiparata al pensionamento anticipato. Inoltre, il riconoscimento di questa indennità non prevede l’obbligo di cessare l’attività lavorativa.

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