Siamo arrivati alla quinta dose di Vaccino Covid. Una terapia di massa mai vista nella storia, ma il virus continua a circolare indisturbato.
Riportiamo una sintesi di ciò che è stato dichiarato nella nuova circolare del Ministero della Sanità. Siamo alla quinta dose di Vaccino Covid, e non solo. Ci aspettano sia il bivalente che il vaccino antinfluenzale.
Le notizie di questi ultimi giorni non danno adito a dubbi. Il Covid continua le sue “ondate” e sono ricominciati i casi; i numeri dei contagi salgono continuamente, tanto che alcuni definiscono questa situazione “pandemica”. Il Virus va veloce, insomma, e dobbiamo correre per evitare di ammalarci.
Correre a vaccinari, dunque. Il Ministero della Salute, proprio a seguito dell’aumento dei casi, ha rivisto le indicazioni. Ecco la situazione.
Ad oggi si parla di raccomandazione, e non di obbligo vaccinale. Le motivazioni per l’emissione della nuova circolare derivano dall’attuale situazione epidemiologica, che “presenta un’aumentata circolazione del virus Sars-CoV-2 contestuale all’incremento dell’indice di trasmissibilità sopra la soglia epidemica”. Dunque, secondo il Ministero della Salute, è necessario “realizzare un ulteriore consolidamento della protezione conferita dai vaccini nei confronti delle forme gravi di Covid-19, e nel rispetto del principio di massima precauzione“.
Ma la protezione dal Virus, questi vaccini, la danno? Perché negli ultimi due anni e mezzo qualche dubbio è stato sollevato. Anche dalla comunità scientifica stessa. E soprattutto si è evinto dal fatto che molti vaccinati, anche con 3 dosi, hanno comunque contratto la malattia. In forma lieve e anche in forma grave.
Ricordiamo che inizialmente il vaccino era stato proposto come prodotto immunizzante. Ovvero, il vaccinato non avrebbe contratto la malattia né l’avrebbe diffusa. Ricordiamo che fu fatta una campagna persuasiva anche e soprattutto verso il giovani, che vaccinandosi avrebbero protetto i loro nonni. Poi, a seguito dei contagi che hanno continuato a verificarsi, la narrazione è cambiata e si è parlato di una protezione solamente dalla forma grave.
Dalle dichiarazioni rilasciate poi dalla rappresentate di Pfizer al Parlamento Europeo sul vaccino Covid “non testato sulla sua asserita capacità di bloccare la trasmissione del virus“, si evince che c’è stata e c’è ancora ampia confusione sui benefici di questo tipo di terapia. Ma determinate notizie vengono diffuse in maniera molto spicciola, come se si trattasse di dettagli trascurabili.
Non possiamo non ricordare che durante questi due anni e mezzo sono stati fatti molti passi avanti anche sulle cure, oltre che sui vaccini. Infatti numerosi studi hanno dimostrato che curando con degli antinfiammatori i pazienti affetti da Covid si evitano la forma grave e i ricoveri. Un’opzione, questa, ovviamente che non vale per tutti, ma che non viene molto menzionata o proposta. Quantomeno, si preferisce consigliare il vaccino.
A seguito “dell’aumentata circolazione del virus Sars-CoV-2 contestuale all’incremento dell’indice di trasmissibilità sopra la soglia epidemica”, dovremmo forse parlare di “terapia” piuttosto che di vaccini? Perché se nemmeno dopo 5 dosi non si è raggiunta una sorta di immunità, che senso ha? Naturalmente la Scienza ha le sue risposte.
Così come le Case farmaceutiche, che assicurano che i nuovi vaccini copriranno dalle varianti Omicron BA.1 e BA.4 e BA.5.
I nuovi vaccini Bi-Valenti, naturalmente. Ma non eravamo arrivati alla variante Centaurus e a “sua figlia” altamente contagiosa? La corsa nel tentare di raggiungere la replicazione del virus sembra davvero persa in partenza.
Nonostante ciò, il Ministero della Salute raccomanda fortemente un ennesimo richiamo. Dapprima, infatti, la quinta dose era prevista per le categorie più fragili e gli over 80.
Adesso, invece, la raccomandazione contempla una più ampia fetta di popolazione. “un’ulteriore dose di richiamo con vaccino a mRNA bivalente, a favore delle persone di età over 80, degli ospiti delle strutture residenziali per anziani e delle persone over 60 anni con fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti che hanno già ricevuto una seconda dose di richiamo con vaccino a mRNA monovalente. Ciò, una volta trascorsi almeno 120 giorni dalla stessa o dall’ultima infezione da SARS-CoV-2 (data del test diagnostico positivo)“.
Calendario alla mano, dunque, perché anche chi aveva ricevuto 3 dosi di vaccini, booster e richiami deve riuscire anche a calcolare quand’è stata contratta l’ultima volta la malattia.
E se è avvenuta asintomatica? La domanda è d’obbligo. Cosa fare in quel caso? Il Ministero non contempla questa opzione.
Non solo: in giro c’è anche il pericoloso Vaiolo delle scimmie e un’influenza stagionale “più cattiva” del solito. Quali e quanti vaccini farsi dunque? In questo contesto, la circolare del Ministero “rassicura i cittadini”.
“Per tutti i vaccini anti-SARS-CoV-2/COVID-19 autorizzati in Italia, è possibile la somministrazione concomitante (o a qualsiasi distanza di tempo, prima o dopo) con altri vaccini, compresi i vaccini basati sull’impiego di patogeni vivi attenuati.
Una eccezione rimane, però, col vaccino contro il Monkeypox. “per il quale resta ancora valida l’indicazione di una distanza di almeno 4 settimane (28 giorni) tra un vaccino e l’altro.”
Infine, sempre nella circolare del Ministero della Salute, la raccomandazione è di effettuare anche la vaccinazione contro l’influenza stagionale, ovviamente insieme al siero anticovid. Almeno non si perde tempo e si fanno due punture in una.
Chi desidera proteggersi dal Covid tramite la terapia vaccinale, dovrà prendere un calendario e contare bene i giorni di distanza tra un vaccino e l’altro.
E anche una calcolatrice, per contare a quante iniezioni si è già sottoposto e quante ne rimangono per riuscire a vivere una vita in salute senza dover correre dietro alla variante del giorno.
Considerato che i “beneficiari” della quinta dose cominciano ad essere un po’ in là con gli anni, la speranza è che qualcuno, come il medico di fiducia, controlli bene il calendario al posto loro.
In fondo, una terapia funziona se somministrata nel modo giusto, e il sovradosaggio è pericoloso per qualsiasi medicinale, anche una semplice Tachipirina.
A chi invece è rimasta un po’ di senzienza, forse verrà qualche dubbio circa l’efficacia di questa terapia. Ma soprattutto sul perché il Ministero della Salute abbia sempre insistito e obbligato i cittadini. A sottoporsi a una vaccinazione che, stando ai fatti, non ha eliminato la malattia. Come invece aveva promesso.
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