Spunta l’alternativa ad Opzione Uomo, Quota 100 modificata per garantire flessibilità ai lavoratori in uscita dal mondo del lavoro.
Quale misura verrà introdotta dal nuovo Governo per accontentare i lavoratori che chiedono flessibilità del sistema pensionistico?
In attesa che Giorgia Meloni diventi premier e dia il via al vero lavoro salva Italia e italiani, si ragiona sulle modalità di pensionamento nel 2023. Il 31 dicembre scadranno Opzione Donna, l’APE Sociale e Quota 102. Se per le prime due misure è prevista una proroga, il terzo scivolo probabilmente scomparirà tranne per i lavoratori che matureranno i requisiti di accesso entro la fine dell’anno in corso. Cosa significano queste scadenze? Il ritorno della Legge Fornero è ciò che più temono i cittadini ma la speranza che verrà accantonato ancora una volta si è riaffacciata. Il tempo per una riforma delle pensioni totale manca. A breve dovrà uscire la Legge di Bilancio 2023 e le somme dovranno essere tirate. Eppure gli ultimi rumors lasciano ben sperare, come accennato, nella proroga di Opzione Donna e dell’APE Sociale nonché nell’introduzione di una nuova misura. Potrebbe essere Opzione Uomo sulla scia dello scivolo al femminile oppure Quota 100 rivisitata.
Con Opzione Uomo i lavoratori potrebbero andare in pensione a 58-59 anni di età con 35 anni di contributi accettando il sistema di calcolo completamente contributivo. Ciò significherebbe perdere parte della pensione (l’importo sarebbe più basso rispetto a quello maturato al raggiungimento della pensione di vecchiaia) ma poter lasciare il mondo del lavoro con ben nove anni di anticipo.
Oltre allo svantaggio economico per il cittadino, Opzione Uomo costerebbe molto anche allo Stato. L’aumento della spesa per le pensioni è previsto del 17,6 del PIL entro il 2025 contro il 15,7% previsto per l’anno in corso. La grande flessibilità della nuova misura comporterebbe costi ben superiori rispetto al pensionamento anticipato vigente (41 anni e dieci mesi di contributi per le donne e 42 anni e dieci mesi per gli uomini).
Per soddisfare le esigenze comunitarie europee sarebbe necessario trovare una via di mezzo che possa accontentare i lavoratori senza incidere troppo sulle casse dello Stato. Spendere i soldi in misure eccessive precluderebbe la possibilità di ottenere prestiti agevolati da Bruxelles. Quale potrebbe essere, dunque, una soluzione?
Quota 100 era la misura attiva tra il 2019 e il 2021 che ha permesso a tanti lavoratori di andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi. Per la cristallizzazione del diritto chi ha maturato i requisiti prima della scadenza della misura può ancora avervi accesso, tutti gli altri lavoratori non più.
Il costo di Quota 100, infatti, è eccessivo. Circa 5 miliardi all’anno, questo nella forma originaria. La spesa diminuirebbe applicando una modifica. Come per Opzione Donna e un eventuale Opzione Uomo, il lavoratore dovrebbe accettare il calcolo della pensione unicamente con sistema contributivo. L’importo percepito sarebbe, così, più basso ma mai quanto con Opzione Uomo. Inoltre, a breve la differenza tra sistema retributivo e contributivo scemerà sempre più dato che il numero di lavoratori che potranno andare in pensione con il sistema di calcolo puramente retributivo sarà sempre più esiguo.
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