Tra i tanti nodi da sciogliere per il Governo Meloni, quello delle pensioni: l’ipotesi e dettagli su età, contributi e altri aspetti
Non mancano i punti da affrontare e i nodi da scogliere per il neo Governo a guida Giorgia Meloni, e tra le sfide sul tavolo di certo ci sono le pensioni: l’ipotesi e alcuni dettagli su ciò che potrebbe accadere.
È un tema centrale che sta a cuore a tantissimi cittadini, quello delle pensioni, con le ipotesi che sono emerse nel corso della campagna elettorale, insieme a quelle in seguito alle votazioni, che sono tutto sommato eterogenee.
A spiegarlo, l’Ansa, che menziona le parole della nuova ministra Calderone, la quale ha spiegato che non si sottrarrà ai temi, i quali saranno affrontati anche con l’ascolto delle istanze da parte delle parti sociali e di coloro che portano contributi importanti.
Viene spiegato che, attualmente, in tema pensioni, il Ministero ha assicurato che non vi è una proposta di partenza da parte di quest’ultima, da sottoporre all’Esecutivo.
Nell’ambito di un’analisi diffusa nello scorso maggio da parte della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, categoria al cui vertice vi era la nuova ministra, il riferimento si lega a Quota 100 oppure 102 “flessibile“.
Nel dettaglio, una condizione che andrebbe a permetter l’uscita del lavoratore di un’età tra i sessantuno e i sessantasei anni con quantomeno trentacinque di contributi. Una soluzione di cui potrebbero fruire, stando allo studio, quattrocento settanta mila lavoratori. I quali, eviterebbero in tal modo lo scalone legato alla legge Fornero.
Tema dunque di gran rilevanza quello che si lega alla quesitone pensione. A destare attenzione anche le tempistiche legate alla legge di bilancio e alle misure attualmente in vigore, che sono strette.
Da parte dei sindacati, vi è pressione circa il superare l’obbligo della pensione a sessantasette anni.
Alcune misure poi sono in scadenza a fine anno, ed è il caso di:
Gli eventuali e possibile sviluppi sulla metrica dipenderanno da quali e quante risorse saranno messe in campo per la manovra. Il fine, quello di comprendere in che direzione andare.
La proroga delle suddette misure, oppure anche l’introduzione di Opzione Uomo, (qui nel dettaglio come funzionerebbe), con cinquantotto anni e trentacinque di contributi e riduzione dell’assegno di cui si è discusso di recente.
Altra ipotesi ancora riguarda Quota 41, elemento centrale per la Lega e che vede il sostegno dei sindacati con richiesta di uscita a quarantuno anni di contributi al di là dell’età, oppure da sessantadue anni.
Una Quota 41 secca, spiega l’Ansa, avrebbe un costo di all’incirca cinque miliardi di €. L’ipotesi che si studia al fine della riduzione dell’impatto riguarderebbe la possibile introduzione di una soglia d’età.
Sullo sfondo, l’eventuale ritorno dello scalone legato alla legge Fornero sin dal 01.01.23 e in merito ne ha parlato Sbarra, segretario generale Cisl.
Questi ha spiegato che occorre subito un accordo sulle pensioni al fine di “scongiurare” proprio il suddetto scalone. Ed ha aggiunto che il sindacato non accetterà “penalizzazioni”, ribadendo che la pensione è un diritto.
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