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L’Italia sostiene Zelensky, Meloni in linea con Draghi, Berlusconi casca ancora…

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In occasione di un’intervista al Corriere della Sera, Volodymyr Zelensky ha raccontato del suo primo scambio di parole con la neo premier italiana Giorgia Meloni.

Il confronto sembra sia stato all’insegna di un dialogo costruttivo.

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Volodymyr Zelensky ha espresso parole positive nei confronti dell’Esecutivo appena insediatosi alla guida del nostro Paese, ma soprattutto per la sua premier.

Zelensky e Meloni, confronto più che positivo

Il presidente ucraino ha fatto sapere di una chiacchierata telefonica con la Meloni piuttosto rincuorante a sua detta. La premier non ha nascosto la sua volontà di proseguire fermamente nella comune alleanza, assicurando il suo assoluto supporto al Paese ucraino contro l’invasione russa e la violenza di Putin.

Questo quanto affermato dal leader ucraino nel corso di un’intervista al Corriere della Sera.

Zelensky racconta del siparietto avvenuto telefonicamente con Giorgia Meloni:

Giorgia? Volodymyr chiamami Giorgia!” Mi ha risposto dopo che io l’avevo chiamata per nome, è andata proprio così, subito.

Il presidente ucraino ha ribadito la schiettezza e l’empatia della Presidente del Consiglio italiana. Le relazioni sembrerebbero quindi idilliache e pronte a proseguire, in scia con quanto detto e fatto con il premier uscente Mario Draghi.

Proprio con Draghi si era raggiunto l’apice del rapporto tra i due Paesi, ma per Zelensky non si può che migliorare. Del medesimo parere la Meloni che, a dispetto delle uscite imbarazzanti dei suoi colleghi Salvini e Berlusconi, sembrerebbe intenta a rinsaldare il rapporto e a sostenere senza alcun ripensamento l’Ucraina.

In cosa dovrebbe consistere il sostegno all’Ucraina

Venendo al capitolo sostegni specifici richiesti a Roma, il leader ucraino ha reso noto la necessità quanto mai urgente ed essenziale di difese antiaeree.

Imprescindibile è il rientro dei profughi nel Paese, la ricostruzione dell’economia nazionale, come anche la ripartenza dell’istruzione e la ripresa di un’intera società. Ma per tutelare una sorta di rilancio della vita degli ucraini, per assicurare un qualsivoglia ritorno a una nuova normalità, vi sarà bisogno di arsenale per arrestare i raid aerei di Putin così da mettere a riparo la vita dei civili.

Il nostro Paese è uno dei massimi produttori di sistemi di difesa antiaerea. Insieme all’Italia anche Francia e Germania.

Zelensky non le manda a dire a quanti, per puro tornaconto personale, si dicono convinti che debba essere l’Ucraina a invocare la pace. Questa la nuova narrativa, cavalcata, purtroppo, da molti, politici di spicco e al governo compresi.

Così il leader ucraino:

Io ho sempre voluto parlare, ma non con la pistola puntata alla tempia. Sin dall’inizio non è stato un dialogo, ma una lunga serie di ultimatum imposti con la forza da Putin. I russi sostenevano che venivano a difendere chi parlava russo, ma in verità le violenze peggiori le hanno perpetuate a Kharkiv, Mariupol e nelle zone dove prevalevano la cultura e la lingua russe.

Berlusconi torna a parlare della guerra in Ucraina e di Zelensky

Silvio Berlusconi torna a mettere bocca sul conflitto in Ucraina. Per il leader di Forza Italia la pace potrebbe solamente passare dall’interruzione dell’invio di armamento bellico a Zelensky.

Stop armi e invio di centinaia di miliardi di dollari per la riedificazione delle città demolite dalle bombe dell’amico e pacifico Putin. Solo con questo “compromesso”, stando a Berlusconi intervistato da Vespa, Zelensky probabilmente andrebbe ad accettare la valutazione di un negoziato.

In più, Zelensky, l’aggredito, dovrebbe anche accettare di rinunciare a ogni pretesa sulla Crimea e immolare il Donbass ai russi, previo referendum sotto tutela occidentale.

In poche parole, l’aggredito Zelensky dovrebbe accettare una sconfitta sovvenzionata della guerra, mentre l’amico e pacifico Putin ne uscirebbe arricchito dal Donbass e con tanto di complessivo condono.

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