L’accompagnamento è un’agevolazione fondamentale per i disabili con invalidità al 100%. Ma si ottiene anche senza invalidità totale?
La legislazione italiana stabilisce che i soggetti affetti da gravi patologie hanno diritto a specifiche prestazioni di sostegno, anche di tipo economico.
Una di queste prestazioni è l’accompagnamento, un importantissimo sostegno economico che lo Stato riconosce a tutti coloro che non sono in grado di svolgere le consuete attività quotidiane in autonomia, senza un supporto.
Tale agevolazione, tuttavia, non spetta a chiunque, ma richiede il possesso di determinati requisiti. Scopriamo, dunque, quali sono.
Per l’erogazione nel mese di novembre, consulta il seguente articolo: “Accompagnamento di novembre: il pagamento subirà cambiamenti inevitabili, ecco perché“.
L’invalidità civile è uno status che spetta nell’ipotesi di malattia o infortunio. In base alla vigente legislazione, i soggetti in età lavorativa (dunque tra i 18 e i 65 anni e 7 mesi) ottengono l’invalidità civile se sono colpiti da una patologia che influisce in maniera evidente sulla loro capacità lavorativa.
L’invalidità civile, dunque, è strettamente legata alla capacità lavorativa di un individuo. Coloro che, invece, non sono in età da lavoro, possono chiedere il riconoscimento dello stato invalidante, qualora abbiano seri problemi nel compimento di specifiche attività tipiche della loro età anagrafica.
La condizione di invalido può discendere da una moltitudine di fattori, come malattie o lesioni gravi oppure patologie mentali e difetti congeniti. Per decidere se al richiedente spetta l’invalidità civile, bisogna superare una visita dinanzi la Commissione medica dell’INPS. Se la Commissione, infatti, constata che la capacità lavorativa è realmente pregiudicata, allora concede la qualifica di invalido civile.
Bisogna, però, sottolineare che l’invalidità civile è accordata in percentuali, che variano a seconda della gravità della patologia posseduta. La percentuale minima per accedere alle agevolazioni è del 34%, cioè un terzo della capacità lavorativa. Il 100%, invece, consiste in un’incapacità lavorativa totale e consente di usufruire di tutti i benefici stabiliti dalla legge.
L’accompagnamento è un’indennità molto importante, perché è finalizzata all’ausilio di coloro che necessitano di assistenza continua. Si tratta di sostegno spettante solo nei casi più gravi, cioè ai soggetti che non sono in grado di compiere neanche le elementari attività quotidiane senza un accompagnatore.
Lo scopo dell’indennità, quindi, è quello di sostenere economicamente i malati più gravi. Nel concreto, l’accompagnamento si sostanzia in una somma mensile, non soggetta ad imposte o pignoramenti, né legata al possesso di uno specifico livello di reddito o patrimonio. È, inoltre, erogato indipendentemente dall’età anagrafica del richiedente.
In altre parole, l’indennità di accompagnamento è un diritto esclusivo delle persone che non sono in grado di vivere in autonomia e hanno bisogno dell’assistenza di altre persone.
Non perdere il seguente approfondimento: “Accompagnamento con legge 104: attenzione, in questi casi si rischia la revoca, ma ci si può difendere“.
Senza dubbio, il presupposto principale dell’accompagnamento è il riconoscimento dell’invalidità civile. Per poter ricevere l’indennità, infatti, la percentuale di invalidità deve essere totale, ossia del 100%. Tale limite assicura che il sussidio venga erogato solo ai soggetti che realmente ne hanno bisogno, per evitare un inutile spreco di risorse finanziarie, per aiutare chi, in realtà, non necessità di un ausilio in più.
Un altro requisito, poi, è la reale incapacità di deambulare autonomamente o di svolgere tutte le attività della vita quotidiana da solo, cioè la dipendenza da altri soggetti. La semplice disabilità fisica, quindi, non è affatto sufficiente.
L’accompagnamento è una delle agevolazioni economiche più importanti per coloro che sono costretti a convivere con una disabilità. Per averne diritto, quindi, bisogna essere invalidi. Per tale motivo, non si può pensare di poter richiedere il sussidio se non si possiede un’invalidità totale.
Ai fini dell’erogazione della prestazione, però, bisogna sempre valutare il singolo caso. Per esempio, a volte le Commissioni mediche riconoscono l’invalidità al 100%, ma non accordano anche l’indennità di accompagnamento. La valutazione dei medici si basa sull’analisi delle certificazioni allegate, prodotte da professionisti qualificati.
Resta il fatto che si tratta di un ausilio essenziale per le persone affette da disabilità, perché permette loro di avere accesso ai beni di prima necessità con maggiore facilità e di integrarsi nel tessuto sociale.
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