Si alza ancora l’asticella dell’escalation militare globale. La Corea del Nord non si ferma nel suo giocare alla guerra. Si prevedono razzi di maggiore potenza e nuovi esperimenti atomici.
Il Giappone teme la follia del dittatore Kim, s’infittisce il mistero del missile Icbm scomparso.
Qualora il Giappone si convincesse a sospendere i treni superveloci Shinkansen per via delle intimidazioni a suon di missili provenienti dalla Corea del Nord la faccenda si farebbe piuttosto seria.
La rete ferroviaria in questione, definita proiettile (appellativo che allo stato odierno dei fatti non è felicissimo in confronto al letterale “nuovo tronco ferroviario”) riproduce l’apparato nervoso dello Stato: si estende per circa 3.500 chilometri, tra volte al di sopra rispetto al nostro Paese.
Il sistema viene sospeso solamente nelle circostanze di eventi sismici o per gravi accadimenti meteorologici: si pensi a tifoni, ma perlopiù quelli nella scala più elevata di rischio. Nemmeno gli scioperi osano arrestare la corsa di questi treni. E sebbene le non frequenti sospensioni siano calcolate nei tabelloni orari, per gli Shinkansen il ritardo non sembra ipotesi vagliabile.
Ciò nonostante, innanzi alla nuova bordata di razzi scagliata nelle ultime ore dalla Corea del Nord, il governo giapponese ha deciso di sospendere, sia pur per un breve lasso di tempo, il servizio ferroviario superveloce, invitando le famiglie di ben tre prefetture a non muoversi dalle abitazioni.
Le prefetture in questione sono quelle di Miyagi, Yamagata e Niigata: situate tra il mar del Giappone e il Pacifico, a nord della capitale e immediatamente al di sopra rispetto a Fukushima, tanto per citare un territorio rintracciabile a memoria sulla cartina nipponica.
La fascia costiera della Corea del Nord dista solamente un migliaio di chilometri da quella giapponese. Del resto sembrerebbe essere già accaduto, stando ai comunicati di Tokyo, che un razzo nord coreano a media gittata sia stato scagliato da Pyongyang e abbia volteggiato sui cieli nipponici colando a picco nel Pacifico.
L’episodio è datato 4 ottobre: in quella circostanza furono coinvolti i cittadini delle province di Hokkaido (l’isola del nord) e Aomori, queste persone furono esortate a riparare all’interno di rifugi o comunque in sistemazioni nel sottosuolo.
Per farla breve, fra le abitazioni di quelle prefetture risuonò non poco il segnale della sirena, fino a quel giorno impiegata unicamente in circostanza di esercitazioni di protezione civile oppure per lanciare l’allarme al sopraggiungere di tifoni.
Del resto, a partire dal principio del 2022 la Corea del Nord ha messo in campo almeno una trentina di test. La prassi non cambia:
le forze militari di Kim Jong-un lanciano razzi di varia potenza, con esito più o meno vincente; la Corea del Sud legittimamente assieme al Giappone denuncia i fatti poiché sono profanati le frontiere delle acque territoriali; gli Usa danno sostegno a Seul e Tokyo e all’unisono approvano una serie di operazioni navali e aeree che a loro volta sono rimproverate dai nordcoreani che danno avvio a un nuovo lancio di missili.
Crescono le preoccupazioni per un potenziale nuovo esperimento atomico a cura della Corea del Nord che prosegue con in investimenti economici in arsenale militare sebbene l’esiguo budget delle casse nazionali. Pyongyang ha già realizzato 6 sperimentazioni nucleari in undici anni (2006-2017). A dimostrazione di come le sanzioni imposte al regime non abbiano leso i piani folli di Kim e i suoi.
Ciascuno dei razzi adoperati in queste esercitazioni potrebbe essere portatore di testate atomiche. Insomma, fondati i timori di Giappone e Corea del Sud. Ma la preoccupazione cresce anche in America e in Europa.
Il missile Taepodong 2, retaggio della prima tipologia già sperimentata sul finire di secondo millennio dal Kim Jong-il, padre di Kim Jong-un, si conferma il missile intercontinentale (Icbm) più celebre sia nella variante a due stadi, sia in quella a tre, sebbene non sia troppo lampante la sua funzionalità e la sua concreta efficacia. Nella trasposizione più potente potrebbe centrare siti dagli 8mila ai 10mila chilometri di distanza dal punto di partenza.
Se è pur vero che aumenta il numero delle sedi nordcoreane di lancio dei vettori (i meno pesanti come gli Scud sono trasportabili) permane la problematica dell’effettiva funzionalità di questi dispositivi d’offesa: dei tre razzi che hanno preso quota di recente, uno, ragionevolmente il più potente, si è eclissato quasi immediatamente dai radar.
Il Giappone sostiene che abbia sorvolato i sui cieli, di sicuro, per la fortuna di tutti, dovrebbe essersi inabissato nelle acque del Pacifico.
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