A novembre ci sarà un’ulteriore data per il versamento del Bonus figli disabili. Ecco cosa ha stabilito l’INPS.
Nelle scorse settimane, l’Istituto di previdenza aveva pubblicato due date per il pagamento del Bonus figli disabili, cioè il 3 e l’8 novembre 2022.
Di recente, invece, ha comunicato una nuova data, l’11 novembre. Dopo la sospensione, nel mese di ottobre, a causa dell’esaurimento delle risorse finanziarie a disposizione, nei prossimi giorni, dunque, riprenderà la corresponsione del Bonus figli disabili. Le date per il versamento, tuttavia, variano da soggetto a soggetto e, dunque, bisogna controllarle sul fascicolo previdenziale INPS.
I versamenti, però, non interessano tutti i destinatari, ma solo alcuni di essi. Per quale motivo? Scopriamolo insieme in questo approfondimento.
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L’ultimo pagamento del cd. Bonus figli disabili risale a settembre 2022. Nonostante la comunicazione delle ultime date, l’Ente di previdenza ha sottolineato che l’accoglimento delle nuove domande sarà “con riserva”, anche nell’ipotesi di rifinanziamento; i fondi, quindi, potrebbero non esserci per tutti i richiedenti.
Questo significa che i nuovi beneficiari potrebbero non ricevere i pagamenti. Ma perché l’INPS fa riferimento ai “nuovi beneficiari”? Perché è ancora consentito inoltrare la domanda per il Bonus figli disabili.
In cosa consiste, esattamente, tale misura, prevista dal Decreto n. 285/2021? Si tratta di un sussidio riconosciuto ai genitori disoccupati o monoreddito, che fanno parte di un nucleo familiare monoparentale, che hanno uno o più figli con un’invalidità non minore del 60%.
L’indennità (che è stata confermata anche per il 2023), inoltre, spetta anche a coloro che hanno tali caratteristiche:
Il Bonus figli disabili è versato per 12 mensilità ed il suo ammontare cambia in base al numero dei figli con disabilità a carico. Nello specifico, le cifre per ogni figlio beneficiario sono le seguenti:
L’indennità è pienamente compatibile con diverse altre misure, come, ad esempio, il Reddito di Cittadinanza, l’Assegno Unico e gli ammortizzatori sociali come Naspi, Dis-Coll e disoccupazione agricola. Non concorre, inoltre, al calcolo del reddito.
La normativa, tuttavia, prevede anche delle ipotesi nelle quali il sussidio può decadere. In particolare, ciò si verifica per:
Il pagamento del Bonus figli disabili, poi, viene sospeso nel caso di ricovero del figlio disabile presso una struttura ospedaliera o residenziale a carico dello Stato; in seguito a dimissioni, tuttavia, la misura può riprendere.
Una peculiarità di tale Bonus è la retroattività. Cosa significa? Che in ogni momento lo si richieda, si ha diritto agli arretrati, anche se, fino a tale momento, l’INPS non li aveva mai corrisposti. Per questa ragione, è ancora possibile presentare domanda per l’agevolazione ai “nuovi beneficiari”. Tuttavia, come abbiamo specificato in apertura, da quanto emerge dalla comunicazione dell’Ente previdenziale, l’erogazione per tali richiedenti non è assicurata, a causa della carenza di fondi.
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Per tutto il prossimo anno, dunque, sarà possibile inviare la richiesta per ottenere l’indennità. La domanda si può presentare direttamente in via telematica, tramite il sito istituzionale dell’INPS, accedendo con le proprie credenziali SPID, CIE o CNS.
Dopo aver effettuato l’accesso, basterà seguire tali semplici passaggi:
È bene sottolineare, inoltre, che, per la compilazione della richiesta, sono necessari sia il codice fiscale del figlio o della figlia disabile per cui si chiede il sussidio sia il codice IBAN associato alla carta sulla quale si vuole ricevere l’accredito. Il titolare della carta, però, deve essere lo stesso che procede con la domanda. Infine, bisogna allegare anche la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica).
Se non si possiedono le credenziali per accedere al portale INPS o si necessità di assistenza per la stesura della domanda, ci si può rivolgere ad un Caf o ad un Patronato.
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