Conviene versare il TFR in fondo pensione? Le ragioni legata alle tasse, rendita e disponibilità che non tutti sanno
Sono in tanti a chiedersi se convenga versare il TFR, Trattamento Fine Rapporto in fondo pensione e perché farlo: ecco a seguire cinque ragioni da sapere e da considerare.
Quando si parla di TFR si fa riferimento ad un importo che il datore di lavoro va a versare al lavoratore quando cessa il rapporto lavorativo. In tanti, nel linguaggio popolare, lo chiamano liquidazione, oppure buonuscita.
A parlarne nel relativo approfondimento è laborability.com, che spiega che di solo gli importi maturati vedono il relativo versamento a rapporto cessato, ma non è la sola opzione.
Un’altra riguarda l’optare per il versamento degli importi in un fondo pensione e in merito vi sono alcuni buoni motivi, di natura economica e non soltanto, in ottica convenienza.
Sono dunque tanti gli elementi che destano attenzione quando si parla in generale di economia e di pensione. In tal senso, si tratta di un tema caldo, quello delle pensioni, con ipotesi quota 41 e stop Legge Fornero sul tavolo: ma da dove arriverebbero i soldi? Un importante sostegno verrebbe messo in pausa.
Tornando però al punto in oggetto, dunque trattamento fine rapporto in fondo pensione, vi sono alcune ragioni in merito alla convenienza da approfondire e considerare.
E nel dettaglio si tratta di temi legati alla tassazione, alla rendita, alla flessibilità ma anche al discorso lavorativo, sempre più “fluido” e meno “fisso“. A seguire dettagli e particolari.
Quanto viene tassato TFR in fondo pensione
Un aspetto al riguardo di cui tener conto riguarda la tassazione. Una volta giunti alla liquidazione, l’impresa andrà a trattenere un’aliquota fiscale che sia pari alla media degli ultimi 5 anni.
In merito alla percentuale minima, questa sarà del ventitré per cento. Per quanto attiene il fondo pensione, anch’esso tassato, vi sono delle condizioni agevolate, con l’imposta al max. che andrebbe va oltre – si legge – il quindici per cento.
Nel caso di una liquidazione da trenta mila €, al netto della tassazione l’azienda darebbe un importo non maggiore di €23.100, vista la tassazione del ventitré per cento. In merito al fondo pensione, spetterebbe un importo non minore di 25.500€
Quanto rende TFR in fondo pensione
Altro aspetto poi riguarda la rendita, che mediamente porterebbe convenienza, viene spiegato. Nel caso del versamento in azienda, gli importi hanno un rendimento del settantacinque per cento dell’inflazione annua (aumento incide prezzi a consumo per famiglie di operai ed impiegati – ISTAT). A ciò va ad aggiungersi un tasso fisso del +1,5 per cento.
Nel caso dei fondi pensione, la gestione – si legge – andrebbe ad assicurare quello migliore possibile. E viene menzionata l’analisi di COVIP in merito, secondo cui il rendimento medio sarebbe del 3,7 per cento, al netto di costi di gestione.
In genere il trattamento fine rapporto vede la relativa liquidazione soltanto quando si chiude un rapporto lavorativo, ma possono esservi alcune situazioni dalla particolare necessità, che possono mettere il soggetto in condizione di averne necessità prima.
Si pensi all’acquisto di una cosa o alla nascita di un figlio, per esempio. In questo caso il lavoratore può richiederlo, con l’azienda che potrà dare un anticipo di una quota che non sia maggiore del settanta per cento.
Nel fondo pensione, il soggetto si legge potrebbe farne richiesta, con 1 quota in anticipo del settantacinque per cento. In aggiunta a alle ragioni dell’anticipo, come le suddette, vi è anche quella legata a ristruttura casa, sia la propria o quella dei figli.
Tra le ragioni per optare eventualmente per il fondo pensione, vi è il fatto che soltanto l’azienda con numero maggiore di cinquanta dipendenti ha l’obbligo, circa l’investimento del TFR in 1 fondo INPS.
Le altre vanno a trattenerlo in azienda, si legge. Ciò dal momento che le spese non mancano per le aziende e serve sempre tanta liquidità, a maggior ragione nel caso di medie-piccole aziende che hanno bisogno del capitale.
Di riflesso, alla cessazione del rapporto, potrebbe esservi disponibilità delle risorse, ma potrebbero anche esser necessari alcuni mesi affinché l’azienda possa accantonare gli importi.
Nel caso del fondo pensione, tale situazione non si presenterebbe.
Vi è poi un altro aspetto, maggiorente inerente all’organizzazione lavorativa. Tra questi, il posto fisso, che appare essere sempre meno centrale rispetto al passato, in favore di una maggior fluidità lavorativa.
Ad ogni cambio mestiere, spiega laborability.com, gli importi lasciati in aziende sono liquidati e dunque tassati. Nel caso del fondo pensionistico, gli importi lì lasciati a maturare, saranno liquidati soltanto a fine carriera.
Questi, alcuni dettagli in generale, ma è bene ed opportuno che ciascuno si informi e possa approfondire per chiarirsi eventuali dubbi e per saperne maggiormente. Anche attraverso confronti con soggetti esperti e competenti in materia.
È attivo il Bonus televisione, per sostituire il vecchio modello con uno di ultima generazione.…
È cominciata la settimana di sconti folli nei negozi e sugli e-commerce. Ecco la guida…
Fare la spesa sarà più conveniente con il trucchetto che vi sveliamo, utile per accedere…
Anche i disoccupati che svolgono lavori occasionali hanno diritto all'indennità NASpI, ma devono rispettare precisi…
Ci sono tantissimi benefici per le persone più anziane, che spesso necessitano di maggiori tutele.…
Per non ricevere penalizzazioni sull'assegno pensionistico è fondamentale scegliere accuratamente la tipologia di trattamento. Nel…