Quali i modi per andare in pensione prima: riscatto laurea e aggiungere contributi, i particolari in merito a seguire
Cosa c’è da sapere sul riscatto laurea per andare in pensione prima: calcoli, quanti anni e altri aspetti da approfondire.
L’accesso alla pensione è un desiderio che accomuna moltissime persone, che dopo la carriera lavorativa sognano di poter godere del riposo e del meritato relax. Tuttavia, talvolta i contributi che si hanno per accedervi possono non bastare.
E a meno di completare la carriera, l’assegno da INPS non viene erogato. Occorre però sapere che vi sono alcune opzioni inerenti il sistema tese al riempiendo della carriera. Opzioni che permettono ad un soggetto l’accesso alla pensione anticipata andando ad aggiungere contributi.
Il tema pensione non smette, comprensibilmente, di destare attenzione ed interesse con tanti elementi rilevanti, come nel caso della riforma pensioni 2023 e delle uscite anticipate in scadenza: ecco di cosa si tratta e cosa può accadere.
Tornando al punto in questione, come spiega Investireoggi.it, gli anni di studio universitario possono esser d’utilità rispetto alla contribuzione per la pensione. Nel dettaglio ciò riguarda uno strumento dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, il riscatto della laurea, per l’appunto.
Una strada da poter perseguire da chi si trovasse con contributi mancanti. In alcuni casi è infatti possibile, mediante il riscatto, ovviare alla carenza in questione. Pagando un tot.corrispettivo è possibile infatti trasformare i periodi di studio in contribuzione.
Dunque, tale riscatto della laurea può essere impiegato affinché un soggetto maturi la giusta contribuzione per accedere alla pensione, ma anche per aumentare gli importi dell’assegno.
Al riguardo infatti, si legge che il riscatto può essere uno strumento d’utilità tanto al diritto quanto alla misure del trattamento. Ovverosia, in seguito alla trasformazione degli anni di studio, questi possono anche esse rubavi al fine di accrescere gli importi pensionistici, e dunque non soltanto al fine di giungere alla soglia richiesta di contributi legata all’accesso al trattamento.
La possibilità di riscatto di tale periodi di studio si lega all’averli completati sino alla fine. Coloro che hanno studiato e poi lasciato lo studio non possono chiederlo. Non occorre però necessariamente, spiega Investireoggi.it il raggiungimento della laurea.
A poter ricevere il riscatto, infatti, è anche chi ha portato al termine il percorso per il dipolo universitario. O ancora, chi ha portato a termine i corsi universitari con durante maggiore dei tre anni.
Così come ciò riguarda chi ha conseguito il diploma di specializzazione post laurea, oppure chi ha completato il percorso da dottorando di ricerca e chi conseguito quello AFAM.
Coloro che considerano il riscatto dei contributi dovranno necessariamente spendere del denaro, dal momento che la suddetta trasformazione comporta dei costi. Tuttavia, esistono alcuni metodi che consentono una spesa minore.
Anzitutto, circa la cifra dell’onere di riscatto, e dunque quanto va pagato a INPS, si tratta di qualcosa che si può detrarre in dichiarazione dei redditi. In sostanza, si va a scaricare dalle tasse gli importi pagati e si riducono le imposte da versare. Con il recupero di parte della spesa.
Poi, altro aspetto riguarda il fatto che l’onere di riscatto è rateizzabile, sono a centoventi rate.
Nel momento in cui un soggetto volesse arrivare alla soglia contributiva posta per accedere ad una pensione, e non aumentarne gli importi, vi è la possibilità di riscatto del giusto.
Dunque, al fine di una minor spesa, qualora ad esempio mancasse 1anno di contributi pur in presenza di un percorso di studio quinquennale, si potrebbe optare per il riscatto soltanto dell’anno di cui si ha bisogno.
Nel complesso, il num. cui vi è possibile in merito al riscatto è cinque. Qualora ad un soggetto mancassero sei anni di contribuzione, per esempio per giungere a quarantadue anni e dieci mesi circa la pensione anticipata ordinaria, non sarebbe sufficiente la laurea.
Per quanto concerne i costi, questo cambia in base ai soggetti e a seconda della collocazione temporale dei periodi di studi.
Qualora questi ricadessero nell’epoca retributiva, si legge, ovvero entro il 31.12.95, si farebbe riferimento al metodo legato alla riserva matematica.
Complicata la quantificazione del dovuto, dal momento che sui calcoli hanno un peso l’età del soggetto, il genere e la lunghezza del periodo oggetto del riscatto. Così come, ancora, l’anzianità contributiva e lo stipendio in merito agli ultimi anni della carriera.
In merito invece ai periodi legati alla laurea dopo il 31.12.95, visto che ricadono nel sistema contributivo, vanno ad applicarsi aliquote contributive in vigore. Questa si moltiplica poi per lo stipendio dell’ultimo anno di lavoro prima della richiesta di riscatto. E ancora, poi, la si moltiplica per gli anni oggetto del riscatto.
Questi alcune elementi in merito. Ad ogni modo è bene che ciascuno si informi e che possa approfondire per saperne maggiormente. Nonché per chiarire eventuali dubbi. Anche mediante confronti con esperti e competenti del campo.
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