Da alcune settimane una sentenza della Consulta ha modificato le regole IMU in modo assai significativo, evidenziando l’esenzione dal pagamento della tassa per tutte le coppie sposate o parte di un’unione civile, che vivono in distinte case di proprietà. Ma debbono provarlo. Ecco come.
Non vi sono più dubbi. I coniugi che vivono in abitazioni separate possono chiedere il rimborso IMU, a seguito di una sentenza dello scorso ottobre della Corte Costituzionale, la quale ha fissato un principio chiave in materia di pagamento dell’IMU ed esenzioni per i coniugi che vivono in luoghi separati, anche all’interno dello stesso Comune.
Ricordiamo subito che l’IMU oggi si paga non sulla prima casa, ma solo sulla seconda e su quelle ulteriori (se ve ne sono). La Consulta ha stabilito, di fatto, che la prima casa per ciascuno dei coniugi determina l’esenzione dal versamento della tassa.
Ma soprattutto è importante sottolineare questo dettaglio: gli interessati ad ottenere il rimborso dell’IMU per cui non sussisteva l’obbligo di versamento, debbono dimostrare che risiedono stabilmente in due immobili diversi (requisito della ‘dimora’).
Di seguito vedremo come fare ad ottenere velocemente quanto spettante. Ci sono due possibili strade da percorrere per ottenere quanto ingiustificatamente versato all’ente locale. Scopriamole.
Come accennato in apertura, il giorno 13 ottobre una decisione della Corte Costituzionale ha indicato una regola fondamentale per cui, se due coniugi vivono stabilmente in due case differenti e tutte e due di proprietà, sono da ritenersi prime case, e proprio per questo le due residenze devono essere oggetto di esenzione dal versamento dell’IMU.
Chiaro che si tratta di un cambio di rotta non da poco e che conduce ad un evidente sgravio per le coppie sposate o parte di una unione civile che, per specifiche ragioni (ad es. di lavoro), vivono in luoghi diversi – nello stesso Comune o in Comuni diversi.
Attenzione però: la Corte Costituzionale ha chiarito che ambo i coniugi debbono risiedere davvero nelle abitazioni, e proprio per questo l’esenzione IMU non vale per la seconda casa utilizzata soltanto per una piccola parte dell’anno per la villeggiatura.
In sintesi, lo scenario dal punto di vista fiscale oggi cambia radicalmente perché le coppie:
Ovviamente però gli interessati al rimborso IMU dovranno dare una prova inconfutabile che vivono stabilmente in immobili separati.
Il rimborso è legato a coloro che hanno provveduto al pagamento della somma corrispondente alla tassa anteriormente alla data del provvedimento della Consulta, e perciò hanno versato una tassa non dovuta. Come accennato però, ai fini dell’esenzione IMU ambo i coniugi dovranno dimostrare di vivere in prime case separate, ciascuna di proprietà.
Ebbene, gli interessati possono utilmente presentare la domanda per il rimborso delle spese Imu nell’arco di tempo 2017-2022, mostrando i documenti che provano che il nucleo familiare sfrutta entrambe le prime case e dunque ci vive stabilmente.
Due i percorsi per dare la prova ed ottenere il rimborso IMU:
La sentenza della Corte Costituzionale è molto importante sul fronte tasse e contribuenti tenuti al versamento dell’IMU, anche perché di fatto ‘conduce’ gli enti locali a dover predisporre per i cittadini, tramite i propri siti web, il modello del documento di domanda. Sempre ai comuni spetterà anche di dettagliare tutte le istruzioni per compilare correttamente la domanda di esenzione ed inoltrarla.
Concludendo, sarà dunque onere del singolo contribuente e coniuge adoperarsi al fine di dimostrare di avere i requisiti per l’esenzione IMU.
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