Uno dei punti sui quali si dovrà pronunciare il Governo è la possibilità di rinnovare Opzione Donna. Gli scenari sono molteplici.
La normativa italiana mette a disposizione dei lavoratori (sia dipendenti sia autonomi) una serie di strumenti per andare in pensione in anticipo.
Attualmente, sono tre i metodi principali per andare in pensione: la pensione di vecchiaia, la pensione anticipata ordinaria e Quota 100 (per coloro che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2021) o Quota 102 (per chi maturerà 64 anni di età e 38 di contributi entro il 2022).
Vi sono, tuttavia, vari strumenti di flessibilità in uscita, che consentono di smettere di lavorare anche prima della maturazione dei suddetti requisiti. Ape Sociale, Opzione Donna, RITA, pensione anticipata per caregivers ed addetti a lavori usuranti, per citarne alcune.
Scopriamo, dunque, cosa prevede la normativa e quali saranno le prossime riforme del nuovo Governo in ambito pensionistico.
Non perdere il seguente approfondimento: “Opzione Donna 2023: anzianità contributiva e finestra mobile, cosa c’è da sapere“.
Una nostra gentile Lettrice ha posto il seguente interrogativo:
“Salve, sono un’insegnante di scuola dell’infanzia statale, immessa in ruolo dal 1987. Attualmente sono in congedo straordinario per assistere mio marito, invalido al 100% da due anni, a causa di un tumore pancreatico. Ho 55 anni (sono nata ad ottobre 1967) e sarei interessata ad andare in pensione al più presto. Vorrei sapere se ho la possibilità di accedere ad Opzione Donna, oppure se c’è qualche altro metodo per anticipare il pensionamento, senza subire eccessive decurtazioni dell’assegno. Grazie mille.”
Per il momento, non si conoscono informazioni certe su un rinnovo di Opzione Donna. Tale strumento di flessibilità in uscita, infatti, sarà in vigore fino al prossimo 31 dicembre. Secondo le prime indiscrezioni, la misura dovrebbe essere confermata anche per il prossimo anno o, almeno, fino alla Riforma delle pensioni. L’intenzione principale, tuttavia, rimane quella di renderla strutturale.
Opzione Donna consente il pensionamento anticipato delle lavoratrici che, entro il 31 dicembre, hanno raggiunto 58 anni di età (se dipendenti) o 59 anni (se autonome) e 35 anni di anzianità contributiva. Il Governo Meloni, però, starebbe pensando ad una modifica dell’età minima per accedere all’agevolazione. In tal caso, infatti, le donne smetterebbero di lavorare non più a 58 o 59 anni, ma a 60 o 61 anni. Resterebbe, invece, invariato il presupposto dei 35 anni di versamenti previdenziali.
Per le notizie più dettagliate, però, bisognerà attendere la prossima Legge di Bilancio.
Leggi anche il seguente articolo: “Pensione Opzione Donna 2023: considerata troppo onerosa, cosa succederà e chi potrà fare domanda“.
La nostra Lettrice ha a disposizione anche ulteriori forme di pensionamento anticipato. Oltre ad Opzione Donna, infatti, le lavoratrici che possiedono determinati requisiti e non intendono aspettare la pensione di vecchiaia, possono sfruttare altre agevolazioni.
Innanzitutto, la cd. RITA, la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, una forma di pensionamento integrativa, che si distingue dalla pensione vera e propria. Possono accedervi coloro che:
Un altro strumento fruibile è l’Ape Sociale per caregivers. Sono necessari i seguenti presupposti:
Anche l’Ape Sociale, tuttavia, è una misura solo provvisoria e bisognerà attendere un suo rinnovo per il prossimo anno.
Infine, la nostra Lettrice potrebbe usufruire della pensione anticipata, accessibile alle donne con 41 anni e 10 mesi di contribuzione, a prescindere dall’età anagrafica posseduta. In tal caso, tuttavia, si subisce una penalizzazione sull’importo finale spettante, a causa del ricalcolo contributivo dell’assegno.
Nel caso specifico della nostra richiedente, dunque, bisognerà attendere la prossima Riforma delle pensioni e capire quali strumenti verranno confermati.
I lavoratori che soggiacciono al sistema misto (cioè che possiedono contributi al 31 dicembre 1995) hanno a disposizione i seguenti strumenti per smettere di lavorare:
È bene ricordare, inoltre, che tutti i requisiti contributivi appena elencati possono essere raggiunti anche attraverso il riscatto agevolato della laurea. In tal caso, però, l’assegno pensionistico si calcola con il sistema contributivo puro.
Per i lavoratori che ricadono nel sistema interamente contributivo (cioè che hanno versamenti a partire dal 1996), sono a disposizione tali opzioni:
Infine, è bene sottolineare che, sia per usufruire di Quota 100 e Quota 102, sia per la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi, bisogna rispettare una finestra di 3 mesi, per cui vi è un differimento del pagamento rispetto alla data di maturazione dei presupposti. Per i dipendenti pubblici che intendono utilizzare Quota 100 o Quota 102, invece, tale finestra mobile è di 6 mesi. Per la pensione di vecchiaia non è stabilito alcuno slittamento.
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