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Economia

Superbonus 2023: è addio all’aliquota super agevolata e al requisito Isee? La manovra

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Il noto e discusso Superbonus è per ora bloccato al 110%, ma sono attese significative novità nelle prossime settimane, in concomitanza con la stesura della prossima legge di Bilancio. Ecco che cosa potrebbe cambiare a breve.

Al centro di un dibattito molto aspro per via di regole scritte non in modo molto chiaro ed in grado di creare ‘zone grigie’ che finora hanno messo in difficoltà non pochi cittadini, professionisti ed addetti ai lavori, il Superbonus si avvia ad essere profondamente modificato con il nuovo Governo appena insediatosi.

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Irregolarità, abusi e reati di vario tipo hanno infatti accompagnato l’applicazione pratica di una normativa imperfetta e ricca di punti deboli: svariati sono stati i decreti correttivi, ma il risultato finora non è stato molto soddisfacente, nonostante lo sblocco al meccanismo della cessione dei crediti – al quale però le banche continuano a guardare con un certo scetticismo.

Ebbene, il Superbonus 110% resta tuttavia la più importante misura a sostegno del settore edilizio degli ultimi anni. Nata anche e soprattutto per favorire l’ammodernamento e la messa in sicurezza degli edifici, la maxi agevolazione è stata finora protagonista di una vera e propria evoluzione in più tappe, che ne hanno segnato un mutamento significativo rispetto al quadro iniziale. Ora con il Governo Meloni l’ottica è quella di una integrale revisione. In considerazione del rilievo indubbio che hanno questi temi, vediamo più da vicino cosa potrebbe cambiare nel 2023 per il Superbonus.

Superbonus e regole nel 2023: novità nell’aliquota

La super detrazione, ovvero una agevolazione sfruttabile anche come sconto in fattura o cessione del credito, ha dato di certo una boccata di ossigeno al settore immobiliare nell’ambito del delicato periodo della pandemia, ma – lo ribadiamo – a causa di scarsi controlli, pochi vincoli e regole non esenti da imperfezioni, ha costituito anche terreno fertile per frodi e truffe. Proprio per questo si è reso doveroso il varo di un decreto Antifrode ad hoc.

Ecco allora inevitabili le prime modifiche da parte del nuovo Governo. Con la nuova versione del NADEF (Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza) previsti aggiornamenti significativi, ma già ora si sa di una novità molto importante per il futuro del Superbonus nel 2023. Di che cosa si tratta? Ebbene, è destinata a cambiare l’aliquota del bonus, che nel 2023 dovrebbe calare dal 110% al 90% sia per i condomini, che gli immobili unifamiliari.

Attenzione però: in base a quanto trapelato negli ultimi giorni, al fine di poter sfruttare il rinnovato Superbonus, le cosiddette ‘villette’ debbono essere sfruttate come prima abitazione e i beneficiari dovranno avere un reddito quantificato sulla scorta del quoziente familiare che non oltrepassa ben delineati limiti, tuttavia ancora da chiarire. In buona sostanza il reddito familiare, per il numero di figli, sarà un parametro fondamentale per le agevolazioni di ambito edilizio ed infatti i redditi che oltrepasseranno una certa soglia, non potranno giovarsene.

Superbonus 2023: via l’Isee per far spazio al quoziente familiare

Non c’è solo questo nel cantiere Superbonus 2023. Infatti il nuovo Esecutivo pare intenzionato a non richiedere più l’Isee come requisito per conseguire il bonus. Non sarà più questo un parametro fondamentale, anzi l’Isee sarà via via eliminato per far posto al citato quoziente per misurare il reddito di una famiglia. Il quoziente familiare, già applicato con successo in Francia, viene calcolato sulla scorta del reddito familiare diviso per il numero di componenti. Secondo i tecnici del Governo, detto metodo di calcolo risulterebbe più equo rispetto all’Isee, che peraltro viene adottato solo in Italia.

Ma come già per le altre novità in arrivo – tra esse il nuovo limite all’uso dei contanti portato alla soglia dei 10mila euro – anche per le nuove regole Superbonus 2023 dovremo aspettare la stesura della legge di Bilancio 2023. Si tratta di fatto di una corsa contro il tempo, perché il complesso ed articolato provvedimento dovrà essere approvato entro il 31 dicembre 2022 onde evitare il temuto esercizio provvisorio, che limiterebbe non poco gli spazi di manovra per il nostro paese.

La situazione attuale della maxi agevolazione dell’edilizia

Ricordiamo che il Superbonus consiste nell’agevolazione fiscale legata all’art. 119 del Decreto Legge 34/2020, il ben noto Decreto Rilancio. Di fatto è una detrazione del 110% delle spese effettuate dal primo luglio 2020 per l’efficientamento energetico di un’abitazione e la sua messa in sicurezza. Si consegue acclarando che i lavori agevolati consentono un doppio salto della classe energetica dell’abitazione.

In base alle regole odierne, la misura:

  • cesserebbe nel 2023 per le ville unifamiliari e gli immobili autonomi;
  • permarrebbe soltanto per i condomini ma con una progressiva riduzione del beneficio nei prossimi anni: nel 2023 ancora il 110%, poi 70% nel 2024 e infine al 65% nel 2025.

Come detto però il Superbonus potrebbe essere presto riscritto anche su questi punti, da parte del nuovo Governo. Concludendo, i tecnici di palazzo Chigi sembrano concordi sulla revisione delle aliquote dei bonus attivi, inclusi quelli del settore casa. D’altronde si tratta di far quadrare i conti e rispondere anche ad altre importanti esigenze e finalità. Pensiamo infatti alla crisi economica ed alle misure ad hoc contro il caro energia, il boom inflazione e le bollette fuori controllo.

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