Il Governo appena insediatosi appare molto attivo sul fronte delle maxi agevolazioni dell’edilizia ed ha promesso un intervento di ‘manutenzione straordinaria’ per il Superbonus, nella finalità di far quadrare i conti e destinare parte delle risorse altrove. Il ruolo del NADEF.
Tagli al Superbonus in vista del 2023, per rimodulare la maxi agevolazione, e renderla più aderente a principi di equità, ma anche allo scopo di utilizzare le risorse ‘risparmiate’ per altri scopi e per meglio fronteggiare la crisi economica ed energetica, che rappresenta la grande incognita per il prossimo anno.
Si fa strada una maxi agevolazione alleggerita al 90%, ma che varrebbe anche per le villette e che dunque sopravvivrebbe, nonostante la difficoltà emerse nei mesi della sua applicazione. Tuttavia la conservazione del meccanismo sarebbe controbilanciata da condizioni di accesso più rigide e dall’introduzione del cosiddetto quoziente familiare, che servirà a misurare il reddito delle famiglie come parametro per avvalersi del Superbonus, al posto dell’Isee che verrebbe invece accantonato.
Ricordiamo allora in sintesi quale sarà il nuovo volto del Superbonus 2023, ma chiariamo anche che cos’è il NADEF, un documento molto importante ma di cui non tutti conoscono l’effettiva utilità.
Il NADEF si rivela di estrema importanza per la successiva redazione della legge di Bilancio, e ciò specialmente quest’anno in cui le tensioni interne ed internazionali non sono mancate. Inoltre il nuovo Governo si è insediato da poco e ci sono solo poche settimane alla data limite entro la quale va approvata la manovra. Superarla significherebbe trovarsi di fronte al cosiddetto esercizio provvisorio, che nel 2023 limiterebbe enormemente le possibilità di azione e di riforma del mondo istituzionale del nostro paese.
Ebbene, le prime novità che trapelano sul destino della maxi agevolazione ci dicono che siamo prossimi ad una sorta di “manutenzione straordinaria” del Superbonus. Le nuove regole sono state messe nero su bianco nella Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (NADEF). Proprio nelle ultime ore infatti il Consiglio dei ministri ha varato la nuova Nota, che peraltro servirà a sbloccare le risorse per il prossimo decreto bollette. Mentre per la legge di Bilancio è confermato l’incremento del deficit al 4,5%, che dovrebbe portare uno spazio di manovra fino a 21 miliardi.
L’obiettivo è fare cassa per nuovi provvedimenti di sostegno a cittadini, famiglie ed imprese e, in questo senso, si comprende il rimborso Superbonus al 90% per i condomini. Tuttavia porte riaperte per le abitazioni unifamiliari, o ‘villette’, con la identica percentuale. Ma a condizione di essere utilizzate come prima casa. Sarà altresì un requisito il reddito, perché i proprietari dovranno rientrare in una soglia specifica e da fissare: per stabilirla sarà utilizzato il quoziente familiare.
Questo lo scenario che pare delinearsi per il 2023, mentre al momento per i condomini c’è tempo fino a tutto il prossimo anno per sfruttare il Superbonus 110%, mentre gli interventi agevolati sulle villette unifamiliari terminano il 31 dicembre quest’anno per chi ha compiuto almeno il 30% dei lavori entro settembre.
Dal 2024 l’aliquota calerà progressivamente al 70% in base al decalage fissato dalla legge di Bilancio 2022, per poi avere un ulteriore ribasso al 65% fino al 31 dicembre 2025.
La riduzione dell’aliquota al 90% consente di applicare il Superbonus anche alle villette unifamiliari, con uguale percentuale, mentre la norma al momento attiva – come suddetto – indicherebbe la fine del Superbonus per le villette il 31 dicembre 2022.
Lo ribadiamo per chiarezza: le villette potrebbero beneficiarne soltanto se usate come prima casa e se il reddito dei proprietari è sotto un certo livello (ancora oggetto di studio), che consideri il quoziente familiare perché ritenuto strumento più equo.
Nel corso di questo articolo abbiamo ricordato, in estrema sintesi, che cosa cambierà sul piano del Superbonus e del suo meccanismo nel 2023. Delle novità si trova traccia nel NADEF, ed ovviamente se ne troverà traccia in quella che sarà la prossima legge di Bilancio. Ma che cos’è appunto il NADEF? Ebbene l’acronimo sta a significare Nota di Aggiornamento al DEF, vale a dire il Documento di Economia e Finanza che, ogni anno, è presentato dal Presidente del Consiglio e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Esso è utile ad indicare la programmazione finanziaria del Governo per i 12 mesi a venire.
La Nota di Aggiornamento, che deve essere presentata ai due rami del Parlamento ad inizio autunno, è molto importante perché costituisce il primo step per l’elaborazione della successiva legge di Bilancio, contenendo infatti tutte le indicazioni utili per la manovra. Di fatto è una sorta di ‘mappa’ che chiarisce gli obiettivi di programmazione finanziaria, che il Governo intende perseguire nei mesi successivi.
Grazie al NADEF, in sostanza, sono rielaborate e riviste le previsioni incluse nel DEF presentato ad aprile, alla luce delle nuove stime economico-finanziarie. Lo scopo è ovviamente l’aggiornamento degli obiettivi programmatici, sulla scorta anche degli avvisi che provengono dalle istituzioni UE. Chiaro che la complessa ed articolata legge di Bilancio non può non essere preceduta dall’aggiornamento del DEF, ed a maggior ragione quest’anno in quanto siamo in una situazione complessa a livello nazionale e internazionale. Con il NADEF sono indicate le azioni da svolgere nei mesi successivi e, soprattutto, è delineata la precedenza per alcune riforme rispetto ad altre. Inoltre le istituzioni pianificano l’uso delle risorse pubbliche e, per questi motivi, ben si comprende allora il rilievo dell’introduzione delle nuove regole Superbonus all’interno del NADEF.
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