Del “quoziente familiare” ne aveva parlato già il centrodestra da sempre un loro ‘cavallo di battaglia’. Lo scopo è ridurre le tasse.
Quando, l’attuale Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato alle Camere chiedendo la fiducia aveva accennato al nuovo patto fiscale.
Questa era basato sulla riforma dell’Irpef con l’introduzione del quoziente familiare che per l’Italia potrebbe rappresentare un cambiamento radicale. In estrema sintesi, non sarà più considerato il reddito personale ma quello dell’intero nucleo familiare. Ecco i dettagli.
Il quoziente familiare sostituirà (in maniera progressiva) l’ISEE e la nuova riforma fiscale potrebbe tenere conto del reddito generale del nucleo familiare. I redditi saranno sommati e il totale diviso, utilizzando specifici coefficienti, tra i componenti della famiglia che dovranno vivere con quel reddito.
Un cenno del nuovo sistema è stato inserito nel decreto Aiuti quarter come norma per accedere al Superbonus per le case unifamiliari. In pratica, come afferma la stessa Meloni si tratta di un sistema che tiene conto dei redditi medio bassi calcolati in base alla composizione del nucleo familiare.
Nel Superbonus 2023 la norma dice che la ristrutturazione delle villette unifamiliari con detrazione del 90% (nuova aliquota per questo bonus edilizio) potrà essere richiesta solo con un reddito che non superi i 15mila euro.
Il reddito sarà calcolato sommando i redditi di tutti i componenti del nucleo familiare (detti “parti”) e diviso per determinati coefficienti secondo una tabella inserita nel decreto stesso.
In pratica, il contribuente vale una parte, quindi se vive da solo il reddito sarà massimo e potrà beneficare del bonus di 15mila euro. Qualora avesse un coniuge si aggiunge una parte (sempre 15mila euro: i redditi si somma e il risultato andrà diviso per 2. Quindi, la coppia per avere accesso al bonus 90% potrà guadagnare al massimo 30 mila euro (30.000 diviso 2 fa 15.000).
Se ha un figlio, si aggiunge 0,5: la somma delle tre parti, dunque, fa 2,5. Questo significa che il reddito massimo per ottenere lo sgravio sarà di 37.500 euro (37.500 euro diviso 2,5 è uguale a 15mila euro).
Invece, se i figli sono due, si aggiunge uno. In questo caso la somma fa 3 e il reddito massimo del nucleo composto da quattro persone sarà, dunque 45mila euro (45mila diviso 4 fa sempre 15mila).
Infine, dai tre figli in su le parti che si aggiungono sono sempre 2, e quindi la somma fa 4. Questo significa che dal terzo figlio in poi il reddito massimo per ottenere il bonus 90% sarà di 60mila euro (60 mila diviso 4 fa 15 mila).
Secondo le intenzioni del governo in maniera graduale questo sistema potrebbe sostituire l’ISEE così da tenere in considerazione la composizione del nucleo familiare sia nella dichiarazione dei redditi sia per l’accesso a bonus, agevolazioni o incentivi.
In realtà, per alcuni il meccanismo tra quoziente familiare e ISEE è lo stesso. Infatti, sulla sua pagina Tweeter, Maria Cecili Guerra, ex sottosegretaria dell’Economia, ha scritta che anche l’ISEE considera la composizione del nucleo familiare.
Non resta che vedere come andrà a finire la partita tra le forze politiche.
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