L’indennità di accompagnamento e la Legge 104 per gli invalidi potrebbero subire delle importanti modifiche a partire dal prossimo anno.
I titolari accompagnamento e di Legge 104 farebbero bene a rimanere aggiornati sulle proposte che riguardano tali misure. Dopo alcuni cambiamenti degli scorsi mesi, nel 2023 la situazione potrebbe ulteriormente variare.
Il prossimo anno, la disciplina relativa all’indennità di accompagnamento potrebbe essere interessata da notevoli cambiamenti. L’obiettivo del nuovo Governo, infatti, è sia assicurare un sussidio economico a tutti i soggetti non autosufficienti sia offrire la facoltà a tutti i disabili di scegliere se usufruire direttamente di una determinata misura assistenziale.
Questo vuol dire che i destinatari dell’indennità di accompagnamento potranno decidere se ottenere il sussidio economico mensilmente (come prevede la disciplina attuale) oppure se utilizzare un servizio di assistenza alla persona. Ma procediamo con calma ed analizziamo attentamente la questione.
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Durante la campagna elettorale, la coalizione di centrodestra ha più volte insistito sulla riforma della normativa dell’invalidità e della Legge 104. Nello specifico, i punti salienti del programma elettorale erano:
Nel 2023 potrebbe esserci anche la modifica della Legge Quadro sulle disabilità. Il dialogo, già avviato dal Governo Draghi, sostanzialmente, ha come scopo quello di introdurre un sistema di:
Ma, per i prossimi mesi, sono previste ulteriori correzioni alla vigente normativa. Secondo alcune anticipazioni, infatti, nel 2023 potrebbe essere abolita l’indennità di accompagnamento così come la conosciamo. Bisognerà, dunque, attendere i provvedimenti ufficiali e capire in che modo verrà sostituita e quali agevolazioni verranno introdotte a favore di coloro che necessitano di cura ed assistenza continua.
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L’indennità di accompagnamento è una prestazione economica erogata dall’INPS agli invalidi civili affetti da gravi patologie, che li rendono non autosufficienti e, dunque, bisognosi di assistenza continua. È prevista dalla Legge n. 18/1980. A differenza delle altre prestazioni assistenziali, l’accompagnamento non dipende da requisiti anagrafici o reddituali dell’invalido.
Per il riconoscimento del sussidio, il richiedente deve possedere specifiche caratteristiche. In particolare:
L’indennità di accompagnamento, tuttavia, non è compatibile con le altre indennità legate ad inabilità a causa di lavoro, guerra o servizio. Il percettore, però, ha la facoltà di scegliere di ottenere la prestazione economica più favorevole. Il sussidio, inoltre, è incompatibile anche con l’indennità di frequenza, che è rivolta ai minori di 18 anni che non sono in grado di svolgere le normali funzioni tipiche della loro età.
L’accompagnamento, invece, è cumulabile con gli ulteriori trattamenti previdenziali (ad esempio la pensione di inabilità civile) e con lo svolgimento di attività lavorativa dipendente o autonoma, senza limiti di reddito.
La prestazione è versata per 12 mensilità (dunque, senza tredicesima), da parte dell’INPS, con decorrenza dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Il pagamento, inoltre, viene sospeso solo in caso di ricovero a carico dello Stato per un lasso di tempo maggiore di 29 giorni.
Per quanto riguarda l’importo spettante, esso viene rivalutato il 1° gennaio di ogni anno. Nel 2022, tuttavia, c’è stato un cambiamento per tutte le pensioni, in seguito all’anticipo della rivalutazione derivante dall’incremento dell’inflazione. Dunque, quasi tutti gli assegni sono aumentati.
Per quanto riguarda l’indennità di accompagnamento, per l’anno in corso, l’ammontare esatto è di:
Infine, è bene ricordare che il reddito scaturente da tale sussidio è esente da IRPEF e non è reversibile.
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