Molti risparmiatori sottoscrivono i Buoni fruttiferi postali perché di facile gestione, garantiti dallo Stato e rimborsati al 100%.
Si stima che sono circa 46 milioni i buoni postali sottoscritti dagli italiani che offrono oggi, rispetto al passato, rendimenti più alti.
I Buoni fruttiferi postali possono essere rimborsati in qualsiasi momento, ma con gli interessi maturati solo fino al rimborso anticipato. Comunque, cessano di essere fruttiferi alla data di scadenza e possono essere incassati fino alla prescrizione che è attualmente di 10 anni.
Da qualche mese sul sito di Poste Italiane è presente un avviso alla clientela riguardante i Buoni fruttiferi postali in scadenza: bisogna affrettarsi per non rischiare la prescrizione.
Però diversi i casi di cronaca in cui i risparmiatori al momento del rimborso hanno avuto l’amara sorpresa di scoprire che i loro buoni erano caduti in prescrizione.
Infatti, c’è una differenza tra scadenza e prescrizione. Con la prima si intende il termine in cui il buono diventa infruttuoso e varia in base alla tipologia scelta. La prescrizione invece è la durata entro la quale il capitale maturato può essere ritirato. Superata tale data il capitale non sarà più restituito.
Il capitale non rimborsato sarà devoluto allo Stato, per i buoni emessi fino al 13 aprile 2001, o al Fondo per le vittime di frodi finanziare, per i buoni emessi dopo il 13 aprile 2001.
È importante, quindi, informarsi su come richiedere il rimborso per allontanare la paura della prescrizione e della perdita dei soldi.
A volte però la mancanza di informazione non dipende dal risparmiatore. Infatti, può capitare che già al momento della sottoscrizione le informazioni siano poco chiare.
È di qualche giorno fa la notizia della sanzione comminata a Poste Italiane dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM), proprio su tale argomento. All’inizio l’importo era pari a 1,4 milioni di euro per poi essere ridotta del 60% perché Poste ha apportato alcune modifiche a vantaggio del risparmiatore.
Il procedimento era iniziato a fine marzo, dopo che AGCOM aveva ricevuto varie segnalazioni da associazioni dei consumatori. Le verifiche effettuate hanno effettivamente confermato che Poste Italiane avrebbe omesso e/o formulato le informazioni essenziali in modo da essere poco chiare o ingannevoli.
Per esempio, la società non avrebbe informato preventivamente i risparmiatori della scadenza del termine di prescrizione e quindi dell’eventuale rimborso.
Poi, come detto in precedenza, per aver apportato modifiche riguardo alla comunicazione verso i propri clienti, ovvero la pubblicazione di comunicati relativi a scadenza e prescrizione dei buoni fruttiferi postali, la sanzione è stata ridotta del 60%.
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