Il libretto di famiglia INPS è uno strumento con innumerevoli vantaggi, ma chi può beneficiarne? Scopriamolo
Il libretto di famiglia è un particolare strumento per pagare un lavoratore che svolge prestazioni aventi carattere saltuario o occasionale. Ecco un breve vademecum con ciò che serve sapere per usarlo. Forse non tutti sono al corrente dell’esistenza del cosiddetto libretto di famiglia per la retribuzione delle prestazioni rientranti in una specifica categoria.
E’ uno strumento espressamente previsto dal legislatore e che trova fondamento e disciplina nel decreto legge n. 50 del 2017 (art. 54-bis).
Non tutti i lavoratori e non tutti i datori di lavoro possono usufruirne in quanto le regole di applicazione sono ben precise, e circoscrivono i casi concreti in cui il libretto di famiglia entra in gioco. Nel corso della sintetica guida pratica che segue daremo tutte le informazioni basilari su questo pratico strumento. I dettagli.
Spiegare di fatto in che cosa consiste il libretto famiglia non è complesso. Si tratta di un strumento INPS mirato a pagare prestazioni di lavoro occasionale o saltuario, perciò la sua applicazione ricorre espressamente in queste circostanze. Dal punto di vista tecnico consiste in un libretto nominativo prefinanziato, formato da titoli di pagamento, vale a dire i cosiddetti voucher, del valore di 10 euro ciascuno.
Come accennato in apertura, è l’art. 54-bis, comma 10, D.L. n. 50 del 2017, a disporre che ogni utilizzatore possa comprare un libretto nominativo prefinanziato, avente il nome di “libretto di famiglia”, per assegnare il corrispettivo per una prestazione di lavoro.
Il libretto di famiglia viene usato da soggetti privati tipicamente per retribuire baby sitter, colf e badanti, ripetizioni e per dare un compenso per piccoli lavori domestici. Ci riferiamo dunque ad attività come quelle che seguono:
Si può ben intuire che i margini di applicazione pratica del libretto famiglia sono dunque piuttosto ampi.
Dal punto di vista pratico è un libretto nominativo, da aprire sulla piattaforma web dell’Inps, cui possono fare riferimento:
Non possono avvalersi di detto libretto i liberi professionisti, i lavoratori autonomi, gli imprenditori, le associazioni o le fondazioni e altri enti di natura privata, ed anche le PA. Nei loro confronti si applica infatti il ben noto contratto di prestazione occasionale.
Lo ribadiamo per chiarezza: l’applicazione del libretto di famiglia non è ‘trasversale’. Infatti consiste in concreto in uno strumento nominativo prefinanziato, che consente ai soggetti citati di pagare attività lavorative saltuarie – effettuate per proprio conto da lavoratori occasionali. In base alle norme che lo regolano:
In particolare le prestazioni di lavoro occasionale possono essere compiute da disoccupati, pensionati, lavoratori, studenti e soggetti che incassano prestazioni di sostegno del reddito e del salario. Compresi dunque nell’elenco i beneficiari del reddito di cittadinanza, e delle indennità di disoccupazione. Anche questa precisazione torna utile per capire come funziona il concreto questo libretto.
Attenzione al seguente dettaglio, in quanto fondamentale per usufruire di questo strumento: prima della prestazione occasionale o avente carattere di saltuarietà, all’interno della piattaforma Inps hanno l’obbligo di registrarsi sia il datore di lavoro, vale a dire l’utilizzatore, sia il prestatore di lavoro, che è peraltro obbligato ad aggiungere anche i dati personali allo scopo di conseguire l’accredito del compenso dall’Inps.
Il Libretto è formato da buoni del valore nominale di 10 euro, da sfruttare per retribuire attività di lavoro di durata non maggiori di un’ora – d’altronde si tratta di attività saltuarie o occasionali (ad es. la manutenzione di un giardino). Nel dettaglio il costo all’ora, per il datore di lavoro, corrisponde a 10 euro minimi, costituito dalla somma delle voci che seguono:
Perciò se è vero che i titoli di pagamento del libretto di famiglia sono caratterizzati da un valore nominale di 10 euro, la cifra di fatto erogata al lavoratore è uguale a 8 euro.
Rimarchiamo che l’utilizzatore acquista il libretto con:
Egli poi utilizza i voucher Inps da 10 euro per pagare il prestatore. Mentre l’Inps, entro il 15 del mese posteriore a quello della prestazione occasionale o saltuaria, paga direttamente i compensi pattuiti al prestatore di lavoro. Il versamento della somma si compie con le modalità indicate dal lavoratore alla data della registrazione.
Lo strumento in oggetto è dunque erogato dall’Inps, ma – lo ribadiamo – soltanto dopo l’avvenuta registrazione dell’utilizzatore e del prestatore sul portale web dell’istituto di previdenza (area prestazioni e servizi > prestazioni di lavoro occasionale: libretto famiglia). Con riferimento al libretto famiglia sussistono specifici limiti economici riferiti ai compensi percepiti dai prestatori, mentre i compensi incassati dal prestatore non incidono sul suo status di disoccupato e sono esenti da tassazione ai fini Irpef.
Infine, per ogni ulteriore chiarimento a riguardo, rinviamo alla pagina web ad hoc sul sito dell’Inps, che tratta infatti nel dettaglio lo strumento del libretto famiglia.
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