Le novità sulla flat tax saranno inserite nella legge di Bilancio 2023. Vediamo come funziona con un esempio pratico.
È dal 1994 che i rappresentanti della politica italiana discutono sulla reale importanza della flat tax, ossia sulla tassa piatta ad aliquota unica.
Il tema è tornato alla ribalta perché è tra gli argomenti principali dell’agenda politica. Soprattutto da quando il governo Meloni ha reso noto di voler estendere l’attuale tassa piatta per le partite IVA, il regime forfettario, fino a 100mila euro; quindi introducendola anche sugli incrementi di reddito.
Così, pian piano la flat tax incrementale prende forma e sarà introdotta in via sperimentale a partire dal 2023. Due le applicazioni: la prima come estensione del regime fiscale agevolato del 15% per le partite IVA sui ricavi fino a 85mila euro (attualmente il limite è 65mila euro). Recentemente, in realtà, il governo ha aumentato la soglia fino a 100mila euro.
Invece, la seconda potrebbe interessare i lavoratori dipendenti. Infatti, l’aliquota del 15% potrebbe essere aggiunta al reddito del 2022 tenendo conto del picco dei redditi dichiarati nel tre anni precedenti.
La scelta di partire dai redditi 2022 è per evitare dichiarazioni “false” per far risultare un reddito più alto e vedersi applicata la nuova norma.
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In pratica, la flat tax è una imposta ad aliquota unica, uguale per tutti, che sostituirebbe il sistema per aliquote a scaglioni e quindi modificherebbe l’Irpef.
Ciò significa che la tassa piatta sostituisce le attuali cinque aliquote Irpef e i relativi scaglioni di reddito, riconoscendo una tassa unico del 15% sia per le persone fisiche sia per le società.
Come detto in precedenza, l’idea della tassa unica era già in discussione anche nella scorsa legislatura e, in effetti, era stato proposta dalla Lega come flat tax incrementale.
Per capire il funzionamento, ecco un esempio. Un contribuente nel 2022 dichiara 31mila euro lordi, ma nel 2021 ne ha dichiarati 27mila, nel 2020 invece 30mila e, infine nel 2019 28mila. Dovrà fare un confronto con il reddito del 2020 perché reddito maggiore. Sulla differenza (1.000 euro) dovrà applicare l’aliquota del 15% (150 euro) e si trova a risparmiare 200 euro rispetto ai 350 euro che avrebbe pagato se avesse applicato l’aliquota del 35%.
La norma aiuterà soprattutto i lavoratori autonomi perché è il settore in cui le oscillazioni di guadagni annuali sono più sentite.
Attualmente, però, la flat fax è già applicata alle partite IVA in regime forfettario, perché hanno un regime privo di Irpef, addizionali, IVA, Irap e non sono soggetti a studi di settore.
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