Per usufruire delle agevolazioni previste dalla Legge n. 104/1992 è sempre richiedere la residenza temporanea nel Comune in cui abita la persona disabile?
Il quesito che ci sottopone un nostro Lettore è il seguente: “Buongiorno, vorrei un’informazione per quanto riguarda la 104: ho mia madre che abita in un altro comune che dista 18 chilometri dal mio. Io per usufruire della 104, abitando in un altro comune, potrei richiedere la residenza temporanea in quanto mi servirebbe per la scuola? Grazie.”
È evidente che in alcuni casi per poter assistere la persona invalida è indispensabile trasferire la residenza nel Comune in cui quest’ultima risiede per poterle stare maggiormente vicino. Ma in altri casi non è obbligatorio. Vediamo cosa prevede la legge.
Le agevolazioni derivanti dalla Legge 104 spettano ai portatori di handicap, ossia coloro i quali presentano una minorazione di tipo fisico, oppure psichico che comporta una difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.
Oltre a questi soggetti ci sono anche i lavoratori che devono assistere un parente beneficiario della Legge 104.
Quindi per le agevolazioni derivanti dalla Legge 104 deve essere accertato innanzitutto lo stato di handicap.
Per ottenere i benefici e agevolazioni della 104/1992 occorre innanzitutto intraprendere un iter amministrativo volto al riconoscimento dell’handicap.
Il primo step consiste nel recarsi dal medico curante con la documentazione medica, ossia relazioni mediche o cartelle cliniche, attestanti la patologia.
A questo punto il medico trasmette all’Inps la certificazione medica necessaria, corroborata da una breve descrizione della diagnosi e dello stato di salute del paziente, che andrà esibita nel momento della visita e che ha una durata di 90 giorni. Entro tale lasso temporale quindi l’interessato dovrà procedere con la compilazione e l’invio all’INPS, autonomamente o tramite patronato, della domanda di riconoscimento dell’handicap.
Poi vi è l’accertamento presso la commissione medica dell’ASL che deve esprimersi sulla domanda di riconoscimento dell’handicap, con verbale approvato all’unanimità – che dovrà dunque considerarsi definitivo – oppure senza unanimità, nel qual caso vi potrà essere una nuova visita entro 20 giorni se il Responsabile del Centro Medico Legale dell’Inps non convalida il verbale.
Sono previste tre modalità diverse di fruizione dei permessi lavorativi per chi gode dei benefici della Legge n. 104/1992:
Un lavoratore dipendente che ha un familiare che presenta un grave handicap può richiedere il congedo continuativo o frazionato dal lavoro della durata di massimo 2 anni.
Tuttavia è necessaria la convivenza con il familiare disabile, e ciò è possibile anche attraverso l’iscrizione nel registro dei residenti temporanei, da richiedere prima del congedo.
Per residenza temporanea si intende quindi la fissazione della dimora per almeno quattro mesi e fino ad un massimo di dodici mesi, dopodiché si verrà considerati residenti non più temporanei, ma definitivi.
Infatti quando decorrono i dodici mesi, non è possibile prorogare la residenza temporanea, ma è possibile solo richiedere l’iscrizione nel registro dei residenti definitivi.
Per comunicare la residenza temporanea occorre recarsi presso il Comune in cui si intende risiedere momentaneamente e presentare la domanda di iscrizione e un documento di riconoscimento.
Nel caso che ci occupa, il Lettore ci ha chiesto se può richiedere la residenza temporanea per usufruire della 104 e assistere la madre che risiede in un altro Comune.
Come abbiamo visto per richiedere il congedo continuativo o frazionato dal lavoro della durata di massimo 2 anni è necessaria la convivenza con il familiare disabile.
Dunque occorrerà iscriversi nel registro dei residenti temporanei prima di richiedere il congedo.
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