Molti lavoratori preferirebbero utilizzare le ferie maturate e non consumate durante il periodo di finestra mobile, prima della pensione. È possibile?
È consentito sfruttare le ferie prima della pensione, ma il lavoratore è obbligato a rispettare il periodo di preavviso obbligatorio che deve dare al datore di lavoro.
La legge non impone di continuare a lavorare durante i 3 mesi di finestra che devono trascorrere per la decorrenza della pensione anticipata. Tuttavia, bisogna considerare che, per poter andare in pensione, il lavoratore deve presentare le dimissioni con il preavviso obbligatorio al proprio datore di lavoro. Durante tale lasso di tempo, però, è vietato utilizzare le ferie.
In molti casi, il dipendente ed il datore si accordano e quest’ultimo paga le ferie non godute. Un’altra opzione potrebbe essere quella di chiedere di esercitare il preavviso anticipatamente e, successivamente, accedere alle ferie prima della pensione.
In ogni caso, è possibile rinvenire la normativa relativa alle ferie prima delle dimissioni (attenzione, non prima della pensione) e del periodo di preavviso all’interno del Contratto Nazionale di riferimento.
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Molto spesso, i lavoratori prossimi alla pensione possiedono ancora alcuni giorni di ferie da utilizzare. Il periodo di preavviso, però, come abbiamo anticipato, non consente la fruizione delle ferie. Questo vuol dire che il lavoratore può beneficiare dei permessi ma senza ottenere una riduzione dei giorni previsti di preavviso.
Ci sono, però, delle ipotesi particolari. Il caso più ricorrente è quello della pensione di vecchiaia ordinaria, per la quale sono indispensabili 67 anni di età e almeno 20 anni di contribuzione. In tale ipotesi, la legge non stabilisce finestre mobili e, dunque, il lavoratore può tranquillamente godere delle ferie o, in alternativa, chiedere l’indennizzo per quelle non sfruttate.
Diverso è il discorso per le ipotesi di pensione anticipata, come, ad esempio, Quota 102. Attualmente, essa consente di smettere di lavorare a 64 anni di età e con almeno 28 anni di versamenti previdenziali. Coloro che scelgono tale opzione, devono rispettare la finestra mobile di 3 mesi, durante i quali si possono consumare le ferie maturate.
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Il periodo di preavviso è previsto perché, ovviamente, un rapporto di lavoro non può finire improvvisamente. In base a quanto discende dall’inquadramento contrattuale del lavoratore, dalle leggi e dai CCNL di riferimento, il rapporto di lavoro, infatti, si considera estinto solo al termine del cd. periodo di preavviso, che parte da un minimo di 15 giorni.
Ai sensi dell’art. 2118 del Codice Civile, il preavviso è un diritto esercitabile sia dal lavoratore sia dal datore di lavoro ed ha lo scopo di tutelare entrambe le parti contrattuali.
Al datore, tale periodo permette di:
Il lavoratore, dal canto suo, non si ritrova senza un impiego e senza retribuzione all’improvviso.
Tranne in alcuni casi specifici stabiliti dalla legge, il mancato rispetto del preavviso comporta l’obbligo di indennizzare la controparte. Se è il lavoratore ad essere inadempiente, di solito perde una quota dello stipendio, mentre il datore è tenuto a versare una cifra aggiuntiva al dipendente.
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