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Il Vaccino antinfluenzale protegge da Ictus e Infarti? Lo studio scioccante

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Siamo in piena campagna vaccinale e sappiamo che il vaccino antinfluenzale protegge da alcuni ceppi della classica malattia stagionale.

Ma leggiamo anche che secondo alcuni studi proteggerebbe pure da Infarti e Ictus, e dunque migliorare l’aspettativa di vita. Vediamo cosa è emerso da una ricerca scientifica conclusasi nel 2021.

InformazioneOggi

Mentre le Case Farmaceutiche Pfizer e Moderna stanno testando i loro innovativi vaccini antinfluenzali a tecnologia mRNA, in circolazione vi sono quelli “classici”. Che vengono somministrati ogni anno alle persone che lo richiedono.

Quest’inverno più che mai si sta raccomandando alla popolazione di vaccinarsi contro l’influenza stagionale. Non tanto o non solo per la sua pericolosità. Ma anche perché siamo in una condizione definita dagli esperti di “debito immunologico”.

Questa nuova terminologia sta a indicare che grazie – o a causa di – mascherine e gel disinfettanti e lockdown il nostro organismo non ha avuto i contatti “consueti” con i virus stagionali. Ciò ha prodotto una “debolezza immunitaria” che quest’anno ci espone a contrarre l’influenza più facilmente e forse con esiti più gravi.

Ma la vera novità, se così possiamo definirla, rispetto ai benefici dei vaccini antinfluenzali quest’anno ci arriva da uno studio scientifico. Che, secondo alcuni pareri, dimostrerebbe che il vaccino antinfluenzale proteggerebbe anche da altre patologie. Andiamo allora a scoprire di quale studio si tratta, e quali sono le conclusioni cui sono arrivati i ricercatori. Ricordando ancora una volta che stiamo parlando di vaccini in circolo dal 2015 al 2021, dunque quelli “classici” e non con tecnologia a mRNA.

Il Vaccino antinfluenzale protegge da Ictus e Infarti? Cosa ci rivela uno studio del 2021

Che i vaccini contro l’influenza proteggano dall’influenza pare un’ovvietà. E per fortuna accade davvero questo. Associare però i benefici di un vaccino verso altre patologie è altra cosa. Chi non è “del mestiere” potrebbe cadere in confusione. Infatti la volontà dello staff di ricercatori era cercare di capire se un vaccino antinfluenzale potesse proteggere maggiormente i soggetti con problemi cardiaci rispetto a quelli sani.

Nello studio pubblicato sulla rivista The Lancet si evince proprio questa volontà. Infatti nella premessa che accompagna l’esposizione dei risultati si legge quanto segue. “L’influenza aumenta il rischio di eventi cardiovascolari e decessi. Abbiamo mirato a vedere se la vaccinazione antinfluenzale riduce la morte e gli eventi vascolari nei pazienti con insufficienza cardiaca.” Dunque stiamo parlando di un determinato tipo di soggetti, affetti da qualche tipo di problema cardiaco, e non di popolazione sana.

Continuando a leggere lo studio, troviamo i dati relativi alle sperimentazioni effettuate tra il 2015 e il 2021, su circa 5 mila persone. Ai partecipanti, di età maggiore ai 18 anni, sono stati somministrati casualmente sia il vaccino antinfluenzale che un placebo, ovvero una semplice soluzione fisiologica.

Nello studio originale troviamo molte considerazioni e tutto ciò che è stato studiato, segnalato e osservato durante i 3 anni di ricerca. Anche considerando tutte le variabili, compresa la differenza di alcuni vaccini dei vari Paesi e l’insorgenza del Covid che ha interrotto in alcuni Paesi la sperimentazione.

Conclusioni

In una delle tante affermazioni leggiamo quanto segue. “Gli esiti secondari dei ricoveri per tutte le cause (HR 0·84 [95% CI 0·74–0·97]; p=0·013) e polmonite (HR 0·58 [0·42–0·80]; p =0·0006) sono stati significativamente ridotti nel gruppo del vaccino rispetto al gruppo del placebo. Ma non vi era alcuna differenza significativa tra i gruppi per la morte per tutte le cause, morte cardiovascolare, infarto miocardico non fatale, ictus non fatale e ospedalizzazione per scompenso cardiaco.

In sintesi, anche se le percentuali non sono altissime, gli studiosi hanno concluso che chi si è vaccinato con l’antinfluenzale ha ricevuto qualche beneficio in salute, dato da minor insorgenza di polmonite e dunque minor numero di ricoveri. Si tratta dunque di un’osservazione importante, che va ad aggiungersi ad altri studi inerenti i benefici delle vaccinazioni contro l’influenza attualmente esistenti.

(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)

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