I permessi 104 sono destinati ai disabili e ai familiari caregivers, affinché adempiano al loro dovere di assistenza. Chi può utilizzarli?
Fino allo scorso agosto, la possibilità di richiedere i permessi 104 ed assentarsi dal lavoro per ragioni di assistenza, era riservata ad un unico familiare.
La legge, infatti, prevedeva la figura del referente unico, l’unico e solo destinatario delle agevolazioni della Legge 104. Da agosto 2022, tuttavia, la situazione è cambiata. Quali sono le conseguenze delle modifiche legislative? Quanti familiari possono beneficiare dei vantaggi? Analizziamo la normativa, nel dettaglio, e scopriamolo.
Per maggiori informazioni, leggi il seguente articolo: “Novità permessi legge 104 per assistere il familiare disabile: cambia tutto“.
Un nostro gentile Lettore ci ha inviato il seguente quesito:
“Buongiorno, avrei bisogno di un chiarimento in merito ai permessi 104. Mio padre è affetto da una grave patologia oncologica e, dunque, beneficia dell’art. 3, comma 3, della Legge 104/1992. Attualmente, mio fratello usufruisce dei 3 giorni di permesso dal lavoro. Posso presentare domanda anche io per l’agevolazione? Ovviamente dividendoli con mio fratello e rispettando il limite di 3 giorni al mese. Grazie mille.”
La Legge 104 del 1992 attribuisce il diritto di godere di permessi retribuiti dal lavoro per assistere un familiare affetto da handicap grave. Possono accedere a tale agevolazione:
Fino a 3 mesi fa, la possibilità di richiedere i permessi 104 era prerogativa di un solo parente lavoratore dipendente, che assumeva lo status di cd. referente unico. L’unica eccezione a tale regola si aveva nel caso dei genitori, che potevano fruire entrambi, in maniera alternata, dei permessi 104, per accudire un figlio con handicap grave.
Dal 13 agosto 2022, invece, la normativa è cambiata. Ora, infatti, più dipendenti possono assentarsi dal lavoro, in maniera alternata, per prestare assistenza allo stesso disabile. L’unico limite è il rispetto del tetto dei 3 giorni al mese. E’ stata abolita, dunque, la figura del referente unico, perché possono esserci più referenti. La richiesta del nostro Lettore, quindi, è del tutto legittima.
La Legge 104 ammette la cd. assistenza saltuaria. Essa si verifica quando la cura del familiare disabile è condivisa dal lavoratore dipendente ed un altro soggetto, come il figlio o il genitore. Quest’ultimo, dunque, prende il nome di “caregiver sostituto”. In tal caso, ad entrambi spetta di diritto di richiedere i benefici della Legge 104, ma in misura ridotta. Spetta, infatti, un solo giorno di permesso al mese (invece che 3 giorni) ogni 10 giorni di assistenza costante e continuativa.
Per accedere a tale misura, il caregiver sostituto deve inoltrare all’INPS e al datore di lavoro una richiesta scritta, contenente una dichiarazione di responsabilità e le seguenti informazioni:
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I permessi 104 sono un diritto sia del disabile sia del caregiver. Esiste, però, un’ipotesi particolare, specificata in una Circolare INPS. È il caso di lavoratore disabile grave che gode dei permessi 104 per se stesso e, contemporaneamente, intende richiederli anche per curare un parente, a sua volta, disabile.
Il provvedimento dell’Istituto di previdenza sottolinea che il dipendente “può accumulare il godimento dei 3 giorni di permesso mensile per assistere un proprio familiare con handicap grave. Non è necessario, a tal fine, acquisire un parere medico legale sulla sua capacità di soddisfare le necessità assistenziali del familiare disabile”.
In altre parole, la Circolare INPS ammette la possibilità di cumulare i permessi 104, nell’ipotesi in cui vengano utilizzati per sé e per prestare assistenza ad un altro disabile grave. Non c’è, inoltre, la necessità di richiedere un parere medico. L’unico requisito da rispettare, tuttavia, è che nel nucleo familiare non ci sia un altro parente in grado di rivestire la qualifica di caregiver. È il caso, ad esempio, di una coppia di anziani senza figli.
Sono, purtroppo, frequenti le ipotesi in cui il caregiver che usufruisce dei permessi 104 per accudire un familiare disabile grave, si ammala a sua volta oppure si ritrova in situazioni che rendono impossibile lo svolgimento del suo ruolo. Pensiamo al caso di una donna che rimane incinta ma deve assistere la madre disabile. Cosa succede in queste ipotesi?
Il lavoratore dipendente non perde il suo diritto ai 3 giorni di assenza retribuita al mese. Per di più, tra il periodo di assenza per malattia e quello per la fruizione dei permessi 104, non è obbligato a tornare al lavoro.
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