I mutui immobiliari oggi sono contratti a cui sempre più cittadini guardano con cautela, anche e soprattutto alla luce delle notizie sugli aumenti dei tassi di interesse, decisi come misura anti inflazione. Quanto costano in più rispetto al 2021?
Come è ben noto i mutui immobiliari sono l’alternativa rispetto all’affitto, per chi vuole acquistare un immobile ma non ha disponibilità economiche tali,da potersi permettere l’acquisto dell’abitazione versandone il prezzo in modo immediato.
Per questo si avvale del finanziamento della banca, cui però dovrà versare nel tempo rate periodiche comprensive degli interessi.
Il punto è che in questi mesi i mutui sono diventati oggettivamente più gravosi per i privati che hanno scelto questo contratto per diventare proprietari della prima casa. Le ultime notizie ci dicono infatti che i tassi sui mutui sono praticamente quasi raddoppiati in un anno, con una rata salita di circa 90 euro ogni mese. Una sorta di stangata per chi già deve sopportare oneri come i costi aumentati delle bollette e dei beni di prima necessità.
Cerchiamo allora di fare il punto della situazione su un argomento assai delicato per molte famiglie, che con non poche difficoltà cercano ogni mese di far quadrare il bilancio domestico.
I dati che emergono dalle rilevazioni effettuate dall’Associazione bancaria italiana (ABI) ci danno una panoramica aggiornata sul mercato del credito in Italia. Per quanto attiene al mese scorso, il tasso medio praticato sui nuovi prestiti è salito ancora al 2,78% dal 2,74% registrato a settembre.
Ma attenzione, in materia di prestiti e finanziamenti, l’incremento maggiore si è avuto sui tassi relativi ai mutui immobiliari, aumentati nel giro di un solo mese da una media del 2,26% al 2,73%.
Chi intende in questo periodo valutare la strada dei mutui immobiliari, non gradirà certamente sapere che in un solo anno i tassi medi sui mutui sono quasi raddoppiati dal 1,43% dell’ottobre 2021 (abbiamo appena ricordato la percentuale del 2,73).
I tassi sui mutui indicati dall’ABI includono sia le erogazioni a tasso fisso che variabile.
Facendo un rapido esempio concreto, se è vero che l’ammontare solitamente richiesto da una famiglia in banca per acquistare un’abitazione è pari a circa 140mila euro, per la durata di 25 anni, il risultato è che oggi una rata mensile, collegata ai tassi praticati al mese di ottobre, supera i 640 euro mensili. Ecco perché rispetto ai mutui dell’anno passato, i mutui attuali costano circa 80-90 euro in più al mese, considerato che il costo mensile 2021 si aggirava sui 555 euro circa. A conti fatti, si superano insomma i mille euro di aumento annui, e non è poco.
Volgendo lo sguardo a tutto il percorso del mutuo nel corso del tempo, possiamo stimare che una famiglia media italiana andrebbe a spendere una cifra complessiva molto più alta, a causa del rialzo dei tassi. Si tratta di una cifra di quasi 27mila euro in più nell’arco di tutto il periodo di ammortamento del mutuo.
Insomma, una voce di spesa assolutamente non indifferente, e che potrebbe davvero rendere più difficile combinare questo pagamento con tutte le altre incombenze quotidiane.
Non vi sono dubbi: gli aumenti decisi dalla Bce influiscono e influiranno sulle spese delle famiglie e, molto probabilmente, convinceranno non poche persone a preferire l’affitto alla sottoscrizione di un contratto di mutuo.
Peraltro l’aumento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea potrebbe tradursi, nei primi mesi 2023, in un ulteriore rincaro delle rate dei mutui a carico delle famiglie, in particolare per quelle che hanno optato per il tasso variabile – per sua natura maggiormente influenzabile.
Gli esperti del settore mutui suggeriscono che per chi ha già un contratto di questo tipo e sta considerando una surroga o una rinegoziazione del finanziamento, e per chi deve aprirne uno nuovo, una possibilità interessante è costituita da meccanismi quali il mutuo a tasso misto, il mutuo a rata costante o il mutuo variabile con cap.
Ma d’altronde lo scenario è questo: la Bce ha recentemente annunciato un ulteriore incremento dei tassi di interesse di riferimento di 75 punti base, al 2 novembre scorso. Non di certo il primo, ma il terzo rialzo consecutivo dopo quello di 50 punti base del 21 luglio e di 75 punti base dell’8 settembre. Come è noto finalità dell’aumento dei tassi è contrastare al meglio l’inflazione e i pericoli che rappresenta per i consumi e per le risorse del singolo e delle famiglie.
Al momento non si può sapere se all’ultimo rialzo dei tassi di interesse, ne seguiranno altri oppure no. Occorre infatti tener conto del fatto che l’inflazione europea è legata a fattori come l’incremento dei costi dell’energia a causa della guerra in Ucraina e le conseguenze della pandemia sul piano delle catene di distribuzione. Insomma la situazione permane molto incerta e per i mutui immobiliari l’attuale periodo e quello che seguirà nei primi mesi del 2023, non può e non potrà definirsi roseo.
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