Ciò che è paventato da anni si sta realizzando: i batteri resistono agli antibiotici e ogni anno muoiono migliaia di persone in più.
L’antibiotico resistenza non è un fenomeno nuovo, eppure in Italia vantiamo un triste primato: migliaia di morti all’anno. Ecco perché succede e cosa dobbiamo fare.
Secondo i dati dell’ECDC, l’Italia è uno dei Paesi in cui non si stanno prendendo misure sufficienti a combattere l’antibiotico resistenza. Questo fenomeno, che si sta ampliando velocemente e in tutto il mondo, rischia di causare sempre più decessi.
Ma cosa significa antibiotico-resistenza? Significa che alcuni trattamenti farmacologici che prima funzionavano per sconfiggere determinati batteri, adesso non funzionano più, o quasi. I microorganismi sviluppano la resistenza in due modi: intrinsecamente o per acquisizione.
Significa nel primo caso che i batteri non rispondono alle terapie perché non è mai stato sensibile alle sostanze usate. Nel secondo caso, che è quello più pericoloso, alcuni microorganismi che prima erano sensibili non lo sono più.
Un’infezione, dunque, ci mette più tempo a guarire e nel mentre possono insorgere nei pazienti delle complicanze, oltre che esporre a contagio più persone. Per combatterla debbono essere usate terapie più costose, e aumenta anche il rischio di morte.
Questo fenomeno è in crescita in tutto il mondo, ma in Italia la situazione è particolarmente grave. Numerosi sono gli appelli fatti dagli esperti, e da ultimo anche quello lanciato dal presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, in un’intervista rilasciata su ANSA.
Tra le varie cause che stanno portando l’antibiotico resistenza a livelli molto pericolosi, c’è anche uno scorretto uso delle medicine da parte dei cittadini. Infatti negli ultimi anni sempre più persone hanno fatto ricorso agli antibiotici per curare malanni stagionali, come l’influenza, senza che ce ne fosse bisogno.
Col Covid abbiamo “imparato” che la malattia, essendo causata da un virus e non da un batterio, si sconfigge con medicine che non sono antibiotici. Lo stesso vale per l’influenza, il mal di gola e altre malattie, che vanno trattate con farmaci specifici, ma non con gli antibiotici. Non dimentichiamoci, però, che anche l’uso massiccio nel comparto veterinario ha aumentato di fatto l’antibiotico resistenza.
Lo scenario, nel nostro Paese, è preoccupante: ogni anno muoiono almeno 15 mila persone che durante la degenza in ospedale hanno contratto infezioni da batteri super-resistenti. Si tratta di un numero impressionante, che riguarda la metà di tutti i decessi registrati.
Per arginare questo fenomeno le Istituzioni dovranno certamente intervenire, ma anche la popolazione cittadina può fare la sua parte. Aumentando la consapevolezza del pericolo cui stiamo andando incontro potremo gestire meglio l’assunzione di medicine, antibiotici compresi. L’unico modo è quello di chiedere consiglio al proprio medico prima di assumere questa tipologia di farmaci, che spesso non serve nemmeno.
In ultimo ma non da ultimo, AIFA ricorda ad esempio che circolano falsi miti rispetto agli antibiotici, come quello che vanno assunti anche quando le condizioni di salute migliorano. Dunque è ancora più importante non agire in autonomia e ascoltare sempre le indicazioni dei medici e delle realtà accreditate.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)
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