Andare in pensione a 62 anni invece di 67 è possibile grazie al contratto di espansione. Uno scivolo poco conosciuto che stiamo per approfondire.
Un’uscita anticipata di cinque anni sulla pensione a condizione che ci sia un nuovo assunto ogni tre prepensionamenti.
Si chiama contratto di espansione e consente di uscire dal mondo del lavoro a 62 anni. I lavoratori che possono avere accesso alla misura sono i dipendenti di aziende che hanno iniziato percorsi di innovazione tecnologica e di modernizzazione delle procedure produttive e occupazionali. L’idea è di favorire il ricambio generazionale consentendo ai lavoratori vicini alla pensione di vecchiaia o alla pensione anticipata ordinaria di raggiungere il pensionamento a 62 anni oppure con 37 anni e dieci mesi di contributi maturati. Resta da capire come la decisione influirà sull’assegno pensionistico e quando è possibile avvalersi del contratto di espansione.
La misura è prevista unicamente nelle aziende che hanno 50 o più dipendenti, limite che può essere raggiunto non solo da una singola impresa ma anche da una rete di aziende. Rispettando questo requisito e l’avviamento di percorsi di innovazione, i lavoratori possono approfittare dell’uscita pensionistica anticipata previa sottoscrizione di un accordo con i sindacati in sede ministeriale.
Esistono delle condizioni da rispettare per richiedere lo scivolo. L’azienda dovrà presentare un programma di incentivazione all’esodo orientato verso la riorganizzazione aziendale. Inoltre, sarà necessario che oltre ai pensionamenti si effettuino delle assunzioni. Nello specifico, ogni tre prepensionamenti dovrà esserci una nuova assunzione.
Sia l’azienda che il lavoratore godranno di alcuni vantaggi. Il primo potrà andare in pensione cinque anni prima del previsto contando su un assegno pensionistico senza differenze di calcolo rispetto a quello che riceverebbe aspettando i 67 anni o la pensione anticipata ordinaria. Ad onor del vero, proprio quest’ultima comporterà maggiori vantaggi a chi deciderà di lasciare il lavoro cinque anni prima. Oltre alla pensione determinata dalla contribuzione versata al momento del pensionamento, infatti, il richiedente otterrà anche la contribuzione figurativa per gli anni di anticipo.
Per quanto riguarda l’azienda, invece, i vantaggi si misurano nella riduzione dei dipendenti anziani con la sostituzione di personale più giovane e più avvezzo alle tecnologie. Si ridurranno i costi, dunque, mentre crescerà la qualità. Lo stipendio di un neo assunto è inferiore rispetto a quello di un dipendente anziano che ha maturato nel tempo scatti e avanzamenti di livello. Occorre precisare, però, che il pensionamento anticipato è a carico dell’azienda.
Spetterà al datore di lavoro riconoscere l’indennità mensile corrispondente alla pensione maturata fino a quel momento dal dipendente. L’erogazione continuerà fino alla fine dell’anticipo ma l’azienda potrà contare su uno sgravio dei soldi versati.
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