Continua la stretta del governo sul reddito di cittadinanza che punta a maggiori controlli sui beneficiari.
Il reddito di cittadinanza continuerà a restare attivo perché il governo Meloni si è reso conto di non poterlo eliminare all’improvviso.
Però la questione non è chiusa poiché nella legge di Bilancio 2023 potrebbero essere maggiori i requisiti e le condizioni per ottenerlo; senza tralasciare i controlli sulla residenza dei beneficiari.
Il governo Meloni sta pensando a una complessa riforma del reddito di cittadinanza (RdC) che riguarda i controlli sulla residenza e il numero di rifiuti per i beneficiari considerati occupabili.
Lo scopo è quello di ridurre la platea dei percettori del reddito di cittadinanza così da risparmiare fino a 1,8 miliardi di euro che potrebbero essere utilizzati per altre urgenze come, ad esempio, per la riforma delle pensioni. Un altro motivo è anche limitare le truffe che da sempre hanno fatto parte di questa misura.
Come si sa, i percettori di RdC per beneficiare della misura devono essere in possesso di requisiti particolari e molto restrittivi. Tra questi anche la residenza in Italia.
Quindi, con le nuove regole il governo potrebbe promuovere controlli che verifichino che i beneficiari siano realmente residenti nel Belpaese. In caso contrario, il beneficio sarà cancellato. Tra le ipotesi, la possibilità di invitare presso il comune di residenza il beneficiario a scadenza mensile.
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Una delle condizioni per beneficiare del reddito di cittadinanza è che il percettore ritenuto occupabile deve attivarsi nella ricerca del lavoro anche con l’aiuto dei centri per l’impiego.
Per questo motivo, il governo ha ipotizzato di inserire un limite di tempo (dopo 18 mesi) entro il quale il percettore sarà poi indirizzato a un percorso di politiche attive del lavoro. Quindi, dovrà frequentare corsi di formazione adatti al proprio profilo professionale della durata di 6 mesi. Durante questo periodo non beneficerà del reddito ma sarà sostenuto economicamente dal Fondo sociale europeo.
Se entro 6 mesi dalla fine della formazione, il percettore non avrà trovato lavoro il reddito di cittadinanza sarà sospeso. Potrà richiedere nuovamente il beneficio che però durerà un anno e avrà una decurtazione del 25%. Trascorso l’anno dovrà di nuovo frequentare un corso di formazione per 6 mesi e alla sua conclusione sperare di trovare un lavoro oppure il beneficio gli sarà nuovamente tolto. Anche in questo caso lo potrà richiedere ma sarà l’ultima volta e durerà 6 mesi con una riduzione del 25%.
Inoltre, i beneficiari dovranno stare attenti anche al numero di rifiuti al momento di una proposta di lavoro. Attualmente la perdita del reddito di cittadinanza avviene dopo due rifiuti. Invece, la riforma del reddito di cittadinanza potrebbe aggiungere la regola che il beneficio si perda già dopo il primo rifiuto.
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