L’assegno unico 2023 continuerà ad essere un supporto per le famiglie, e sarà potenziato secondo quanto emerge dai dettagli della bozza della legge di Bilancio. Ecco le più importanti novità.
Il Governo lo ha indicato più volte: uno degli obiettivi della legislatura sarà favorire ove possibile le famiglie, con misure ad hoc.
Oltre al quoziente familiare che, secondo i partiti di Governo, è un criterio più equo rispetto all’Isee, le ultime notizie sulle strategie dell’Esecutivo ci indicano che cambierà l’assegno unico figli a carico, grazie a quanto verrà introdotto in manovra.
Come indicato nel sito ad hoc dell’INPS l’assegno unico e universale consiste in un sostegno economico ai nuclei familiari che hanno figli a carico, dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni di età (se vi sono determinate condizioni). Nessun limite di età invece per il figlio o i figli disabili.
Vediamo allora le novità in merito nella legge di Bilancio 2023, o meglio nel testo della bozza che ora sarà in fase di esame e discussione in Parlamento, nella consapevolezza che il tempo stringe e che la manovra dovrà essere ufficialmente approvata entro fine anno. Ciò al fine di evitare il temuto esercizio provvisorio, che bloccherebbe gran parte dell’azione riformatrice del Governo. I dettagli.
L’assegno unico è uno strumento lanciato quest’anno a sostegno della natalità e della genitorialità. È universale perché è assicurato, almeno in misura minima, a tutte le famiglie con figli a carico. È inoltre definito unico perché assorbe dallo scorso marzo le altre misure a sostegno della famiglia, pensiamo ad es. al bonus premio alla nascita o all’adozione (bonus mamma domani) oppure all’assegno di natalità (bonus bebè), all’ANF e alle detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni.
Ebbene, alla luce delle ultime novità di cui alla bozza della legge di Bilancio, l’assegno unico figli in vista del prossimo anno avrà nuove maggiorazioni, con una distinzione tra quelle transitorie e quelle che invece saranno strutturali – e ci riferiamo in particolare a quella per figli con handicap.
L’ottica è comunque quella del potenziamento della misura in presenza di nuove nascite e di nuclei con molti membri, in combinazione con l’annunciato addio al reddito di cittadinanza, che permetterebbe di risparmiare risorse da destinare ad altri ambiti – come ad es. le politiche a favore della famiglia. Altro punto chiave della manovra 2023 in tema di assegno unico è dato dal fatto che una particolare tutela sarà comunque riservata da qui agli anni a venire per le famiglie con almeno un figlio disabile a carico.
Ovviamente non siamo ancora innanzi al testo finale della manovra, ma secondo quanto emerge dal Governo avremo un incremento dell’ammontare dell’assegno unico uguale al 50%, per il solo anno prossimo e per tutto il primo anno di vita del bambino (ovviamente sarà l’Esecutivo a valutare nel tempo un’eventuale proroga). Non solo: stesso incremento del 50% varrà a favore delle famiglie in cui ci sono almeno tre figli. In quest’ultimo caso, è previsto un incremento dell’assegno unico per un triennio. Il costo stimato della misura, da parte dei tecnici dell’Esecutivo, si aggira sui 610 milioni di euro.
In base agli importi odierni, è possibile comunque farsi un’idea di quali saranno gli aumenti dell’assegno unico. Oggi la misura va da un minimo di 50 euro ad un massimo di 175 euro per ogni figlio al di sotto dei 18 anni.
Non dimentichiamo però che sussistono maggiorazioni in rapporto all’aumentare del numero dei figli, e per i nuclei familiari nei quali sono inclusi figli disabili. Perciò nessun dubbio a riguardo: la maggiorazione del 50% andrebbe ad applicarsi alle regole oggi valevoli per i beneficiari della misura a favore della natalità e genitorialità.
E’ possibile fare qualche esempio pratico su ciò che potrà cambiare in tema di assegni alle famiglie. Ebbene, consideriamo il caso tipico della famiglia con un figlio minorenne e Isee fino a 15mila euro: questo nucleo incassa oggi un assegno unico uguale a 175 euro. Grazie alla maggiorazione di cui alla legge di Bilancio 2023, se il figlio nasce nel 2023, questo assegno aumenterà a 262 euro. Non dimentichiamo infatti che l’aumento vale per il primo anno di vita – e qui si può chiaramente intendere la novità anche come incentivo alla natalità.
Mentre una famiglia con Isee sopra i 40mila euro, incassa oggi l’assegno nella misura minima, ovvero corrispondente a 50 euro. Con le nuove regole se il figlio nasce il prossimo anno, l’assegno sarà uguale a 75 euro. Non dimentichiamo però che si tratta di esempi ‘generici’ ed in realtà bisognerebbe tener conto di tutte le regole applicative di dettaglio – come ad es. il fatto che il versamento spetta fin dal settimo mese di gravidanza.
Infine rimarchiamo la maggiorazione per i figli disabili, attualmente prevista per il solo anno in corso da Decreto Semplificazioni (DL 73/2022). Ma comunque non resta che attendere il testo definitivo della manovra, per le regole ufficiali e per capire come effettivamente funzionerà l’assegno unico nel 2023.
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