Opzione Donna è la pensione anticipata riservata alle lavoratrici, sia dipendenti che autonome, con 35 anni di contributi.
Misura prorogata dalla Legge di Bilancio 2022, verrà inserita anche nella Manovra del 2023, anche se con alcune differenze rispetto ad oggi, secondo la bozza del testo attualmente alla Camera. Possono accedere a Opzione Donna 2022 le lavoratrici con un’età anagrafica di 58 anni se dipendenti, e 59 anni se autonome, che abbiano perfezionato i requisiti entro il 31 dicembre 2021.
Questo trattamento pensionistico consente una certa flessibilità di uscita dal lavoro, ma con un taglio dell’assegno previdenziale: infatti si basa esclusivamente sul metodo contributivo, indipendentemente dalla storia contributiva.
Una nostra lettrice ha inviato alla redazione questo quesito: “Buonasera sono una maestra di scuola primaria di 59 anni di età e 35 di contributi. A tutt’oggi come potrei andare in pensione? E quale potrebbe essere lo stipendio netto a grandi linee? Grazie, Cinzia.”
Una volta maturati i requisiti, il diritto al trattamento si consegue:
Chi lavora in ambito scolastico, oppure nell’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica (AFAM), può accedere al trattamento pensionistico rispettivamente a partire dal 1° settembre e dal 1° novembre 2022.
Per poter conseguire la pensione è necessario cessare il lavoro da dipendente; mentre non è richiesta la cessazione per l’attività autonoma. Per l’anzianità contributiva richiesta di 35 anni valgono i contributi versati e accreditati di qualsiasi tipo: obbligatori, da ricongiunzione o da riscatto, volontari e figurativi, ma al netto dei periodi di malattia o disoccupazione.
Quanto si prende di pensione con 35 anni di contributi? Come precedentemente evidenziato, Opzione Donna prevede il calcolo della pensione interamente con il sistema contributivo. Una modalità che, nella maggioranza dei casi, determina una penalizzazione della rata mensile rispetto a quello retributivo-misto.
Per capire quanto si perde con Opzione Donna, bisogna prendere in considerazione diverse variabili. Ossia l’età in cui si va in pensione; gli anni in cui si sono versati i contributi; la carriera lavorativa. In generale, il taglio oscilla tra il 25% e il 35%.
In merito alla richiesta della lettrice, considerando l’età anagrafica e l’anzianità contributiva, potrebbe scegliere di andare in pensione con Opzione Donna se ha maturato i requisiti entro il 2021. In base alla cristallizzazione del diritto, può conseguire il trattamento anche in un momento successivo. Infatti questa possibilità viene ‘congelata’ e la lavoratrice può continuare a mantenere la propria occupazione.
Nel caso in cui, invece, abbia raggiunto i 35 anni di contributi nel 2022, deve attendere il testo definitivo della Legge di Bilancio 2023, in cui verranno illustrati i nuovi requisiti per poter accedere a Opzione Donna. Per quanto riguarda l’importo della pensione, può rivolgersi a un Patronato o altro ente per avere un’idea più precisa sulla cifra spettante.
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