Una giovane ragazza muore dopo il Vaccino anti-covid di AstraZeneca, e le indagini mediche associano il decesso all’inoculazione.
Ciò che i poveri genitori della giovane devono ancora affrontare però, oltre al doloroso lutto, è anche la riluttanza della Casa Farmaceutica al pagamento dell’indennizzo.
I fatti risalgono al marzo 2021: la giovane di 32 anni si era vaccinata con il siero della Casa Farmaceutica AstraZeneca. Dopo pochi giorni, esattamente il 2 aprile, accusa dei malesseri, e dopo un rapido peggioramento viene ricoverata in ospedale. Purtroppo, solamente due giorni dopo, avviene il decesso.
La diagnosi è chiara probabilmente fin da subito: morte in seguito agli effetti collaterali da vaccino. Ma le analisi, l’autopsia e tutte le procedure che si attuano in casi come questo ci mettono del tempo a stabilire la causa esatta. I medici legali dichiarano che la giovane è morta a seguito di “Trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino (Vitt)”.
Una morte orribile, ingiusta, che ha spezzato la vita di una giovane, e alla quale dovranno sopravvivere i genitori. Un altro tassello che dovrebbe far riflettere tutti sul fatto che questi vaccini, come ogni medicinale esistente al mondo, non sono “miracolosi” né efficaci al 100%.
Oltre al gravissimo danno, però, arriva anche la beffa. La coppia che ha perso sua figlia intenta una causa contro AstraZeneca e da quel maledetto giorno aspetta ancora che venga riconosciuto il risarcimento.
Infatti, secondo la legge italiana che ha “stanziato un fondo da 150 milioni di euro destinato a chi ha subito danni dalla vaccinazione anti Covid“, ai genitori della giovane spetterebbero poco meno di 80 mila euro.
Leggendo questa cifra non possiamo non pensare che si tratti di una somma irrisoria, che non potrà mai ripagare la giovane vita spezzata. Nessun importo potrà mai farlo. Ma quel che è peggio è che la Casa Farmaceutica non vuole provvedere.
Le indagini sono ancora in corso e forse è per questo motivo che la coppia di genitori non ha potuto accedere al fondo di risarcimento. Tutta la documentazione comprovante il decesso avvenuto a seguito della reazione avversa al vaccino è comunque in mano al PM e alle autorità competenti.
Ciò che sconvolge di questa notizia, oltre all’immaginabile dolore della perdita, è la continua negazione del fatto che le persone possono aver avuto dei danni dopo la vaccinazione. Purtroppo, come è successo anche alla povera Camilla Canepa, sono molte le storie che circolano (inascoltate) sui problemi di salute di molte persone. Persone giudicate come “no-vax” o come “folli” solo perché cercano una risposta ai loro malesseri, talvolta anche molto gravi.
Cominciati immediatamente o dopo qualche tempo dalla prima, seconda o terza dose. Esistono addirittura alcuni studi medici dove dei volontari professionisti accolgono le richieste di aiuto, come ad esempio nella città toscana di Lucca. Ma di certe cose se ne sente parlare davvero poco.
Eppure, se esiste un fondo dello Stato di ben 150 milioni di euro destinato ai danneggiati da vaccino, significa una cosa sola: che questi danni, probabilmente, esistono.
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