Le cartelle di pagamento debbono essere notificate entro certi termini di prescrizione fissati dalla legge, ma forse non tutti sanno che alcune regole emergenziali, introdotte a causa della pandemia, hanno modificato la prescrizione, di fatto prorogandola.
La pandemia e le restrizioni che ne sono conseguite hanno comportato una serie di modifiche alle regole comunemente utilizzate per quanto riguarda i rapporti tra cittadini e istituzioni, basti pensare alle norme per il ritiro delle pensioni alle poste, per fare un esempio pratico.
Ebbene, si tratta di vere e proprie norme emergenziali entrate in vigore nel periodo della maggior diffusione del coronavirus, le quali attengono anche alla proroga dei termini per le cartelle di pagamento o cartelle esattoriali. Proprio così, e la risposta da darsi è perciò positiva: vale la proroga dei termini di prescrizione e, per questo, daremo di seguito alcuni chiarimenti e spiegazioni a riguardo.
Il Covid ha di fatto prorogato la prescrizione delle cartelle esattoriali: vediamo più da vicino in che modo.
Vero è che, dopo la fase più grave della pandemia, l’Agenzia delle Entrate ha ripreso a notificare molti atti di rilievo per i contribuenti, ritornando alla prassi abituale. Pensiamo soprattutto alle non poche cartelle esattoriali o cartelle di pagamento, che in queste settimane stanno arrivando alla residenza dei contribuenti. In particolare, con queste cartelle l’Agenzia delle Entrate – Riscossione domanda ai cittadini il versamento di vecchie multe per violazioni del Codice della Strada e di vecchi bolli auto.
Attenzione però, perché lo strumento della cartella di pagamento si riferisce espressamente a quanto sopra: il mezzo infatti non è più usato per il recupero forzoso delle imposte statali – pensiamo all’Iva o all’Irpef ma anche ai tributi locali quali ad esempio la tassa sui rifiuti.
Ebbene durante l’emergenza Covid il Parlamento ha effettivamente dato più tempo all’Agente della Riscossione, per la notifica delle cartelle di pagamento in tema di bolli auto e sanzioni per violazioni CdS, prorogando di fatto i consueti termini di prescrizione. Questo da una parte per tutelare le legittime esigenze delle istituzioni, e dall’altra per consentire comunque in un secondo tempo la notifica degli atti.
Proprio così: l’emergenza Covid ha prodotto i suoi effetti anche in questo campo. Sono state in particolare norme di legge a fissare che:
Così è fissato dal decreto legge n. 18 del 2020.
Dal punto di vista del contribuente, alla luce delle modifiche normative legate alla pandemia, le cose stanno fondamentalmente nei termini seguenti:
Ecco perché, per fare un esempio pratico, se un’automobilista ha un debito da saldare affidato ad Agenzia Entrate Riscossione il 15 aprile del 2020 per una multa ricevuta il 28 maggio 2016, la prescrizione quinquennale si sarebbe compiuta di regola il 28 maggio dello scorso anno. Ma a causa della proroga disposta e pari a 24 mesi la prescrizione scadrà invece il 28 maggio 2023. Conseguentemente la cartella potrà essere regolarmente notificata al contribuente appunto fino al 28 maggio del prossimo anno.
Sicuramente quanto abbiamo ricordato nel corso di questo articolo non sarà particolarmente gradito ai contribuenti, che potranno infatti vedersi notificate le cartelle di pagamento entro un arco di tempo maggiore. Questo perché sono entrate in vigore norme che hanno dato più tempo al Fisco per notificare ai cittadini le cartelle di pagamento, di fatto prorogando la prescrizione. Le norme di legge, d’altronde, hanno teso garantire soprattutto i poteri degli uffici della Riscossione, pur in un periodo emergenziale come quello legato alla pandemia.
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