Nella recente manovra spazio alla proroga dell’Ape Sociale a tutto il 2023, un meccanismo di pensionamento agevolato riservato a particolari categorie di lavoratori. Gli aspetti chiave a riguardo in una breve guida sull’argomento.
Tra le misure che trovano conferma nella bozza della legge di Bilancio 2023 abbiamo l’Ape Sociale, ovvero l’anticipo pensionistico a carico dello Stato, che è versato dall’Inps a favore di particolari categorie di persone – consentendo loro di andare in pensione a 63 anni. Non a caso il significato di “APE” è proprio quello di Anticipo PEnsionistico.
Ebbene come appena accennato, per l’Ape Sociale vi sarà la proroga di un anno grazie alla manovra economica, trattandosi di una misura temporanea che prosegue anche per il 2023, in attesa del varo di una riforma pensioni strutturale, organica e condivisa. Cerchiamo allora di seguito di fare il punto della situazione, per capire come funzionerà l’anticipo pensionistico il prossimo anno. I dettagli.
Nella bozza del disegno della legge di Bilancio 2023 spazio dunque alla prosecuzione del percorso dell‘Ape Sociale. La misura vale per soggetti che si trovino in particolari condizioni meritevoli di tutela (ad es. coloro che svolgono attività gravose e usuranti o i caregiver) e che abbiano i seguenti requisiti:
Si tratta di un’indennità ponte, che accompagna il beneficiario fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia. La sua proroga vale fino al 31 dicembre del 2023, in attesa – come detto – di una riforma previdenziale che dia un nuovo volto al mondo delle pensioni e consenta all’Inps di fronteggiare al meglio gli anni che verranno.
In particolare l’indennità che prende il nome di Ape Sociale è attribuita fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o della pensione anticipata ai lavoratori che:
Attenzione però al seguente dettaglio: possono avvalersi dell’Ape Sociale i lavoratori che svolgono mansioni cosiddette gravose, come accennato, e ciò secondo quanto previsto dall’allegato 3 della legge di Bilancio 2022. Questi però debbono avere almeno 36 anni di contributi regolarmente versati.
Non solo. Ulteriori regole valgono per gli operai edili con Ccnl per i dipendenti delle imprese edili e affini, per i ceramisti con codice di classificazione Istat 6.3.2.1.2 e per i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta con codice di classificazione Istat 7.1.3.3. Per loro infatti il requisito anagrafico resta lo stesso, ma a cambiare è quello contributivo, che scende a 32 anni.
Tutti i lavoratori in oggetto, compresi quelli dell’elenco di cui al paragrafo precedente, sono comunque accomunati dal fatto che:
Il motivo del rilievo della proroga dell’Ape Sociale è, dunque, facilmente comprensibile. Si tratta di fatto di una misura di pensionamento agevolato che, nella bozza del testo della manovra, non ha ricevuto modifiche sostanziali rispetto alla sua versione attuale. Insomma, sempre lo stesso meccanismo anche il prossimo anno, senza novità di rilievo – e ciò a differenza di Opzione Donna.
Il vantaggio sostanziale per i lavoratori rientranti nelle categorie sopra menzionate è del tutto evidente. I soggetti agevolati da questo meccanismo potranno infatti andare in pensione senza dover attendere la maturazione dei requisiti per la pensione anticipata o di vecchiaia. L’indennità in oggetto è riconosciuta e versata finché il lavoratore non accederà a tali trattamenti e, perciò, la misura ponte manifesta una chiara convenienza per il beneficiario.
L’indennità in oggetto è pagata dallo Stato ogni mese per 12 mensilità di ciascun anno, fino all’età valevole per la pensione di vecchiaia (67 anni) oppure fino all’ottenimento dei requisiti per il trattamento previdenziale diretto anticipato.
L’importo corrisponde alla rata mensile di pensione quantificata al momento dell’accesso alla prestazione se al di sotto dei 1.500 euro mensili, oppure pari a 1.500 euro mensili se la pensione ha un ammontare più alto.
In particolare, i soggetti che hanno i requisiti necessari per l’Ape Sociale potranno effettuare la domanda entro le stesse finestre temporali dell’anno in corso, ovvero dal primo gennaio al 31 marzo; dal primo aprile al 15 luglio e dal 16 luglio al 30 novembre.
A sua volta, l’istituto di previdenza vaglierà ed accoglierà le domande effettuate dai lavoratori interessati ad accedere all’agevolazione dell’Ape Sociale dopo ogni finestra temporale, a patto che restino abbastanza risorse a disposizione per finanziare la misura in oggetto.
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