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Ibuprofene utile contro il Covid, ma attenzione ai nuovi effetti collaterali, potrebbero creare problemi seri

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Grazie alla Ricerca sappiamo che l’Ibuprofene è utile contro il Covid, ma anche questo farmaco, come tutti, può causare dei problemi.

Il noto principio attivo, presente nei comuni medicinali da banco che siamo soliti usare, appartiene alla categoria FANS, e dunque non è sempre indicato.

InformazioneOggi

Esistono molte medicine famose – come il Brufen ad esempio, che ultimamente è divenuto difficile da reperire in Farmacia – usate spesso dagli italiani. Si tratta di farmaci da banco, che servono per alleviare dolori osteoarticolari, abbassare la febbre e combattere le infiammazioni. L’Ibuprofene è il principio attivo e appartiene alla categoria di FANS, sigla che sta a indicare “Farmaci antinfiammatori non steroidei“.

Si tratta di farmaci testati, sicuri, utilizzati da molti anni e non hanno bisogno di ricetta medica. Le persone usano l’Ibuprofene per i mal di testa, i sintomi influenzali, i dolori mestruali o ai denti. Questo farmaco riduce appunto il dolore, abbassa la febbre e ha azione antinfiammatoria.

Negli ultimi tempi alcuni scienziati hanno scoperto che l’Ibuprofene combatte efficacemente anche il Covid, se assunto ai primi sintomi della malattia.

Come tutti i farmaci o vaccini, però, non è adatto a tutti e anzi in alcuni casi l’uso dell’Ibuprofene è sconsigliato. Inoltre, come abbiamo spiegato in un recente articolo, in molti casi viene preferito il Paracetamolo, un antidolorifico antipiretico che però non appartiene ai FANS.

Uno studio recente, poi, ci spiega che alcune persone possono manifestare effetti collaterali se assumono Ibuprofene.

Ibuprofene è utile contro il Covid, ma attenzione agli effetti collaterali: lo studio

Come abbiamo detto poco sopra, di solito usiamo l’Ibuprofene per combattere i dolori osteoarticolari, e solitamente è un farmaco ben tollerato. Un gruppo di scienziati però ha voluto indagare più a fondo, per capire se l’assunzione di Ibuprofene e di farmaci del genere FANS potessero causare – paradossalmente – fenomeni di sinovite.

La sinovite, lo ricordiamo, è una infiammazione a carico delle articolazioni e più precisamente di quella membrana (detta appunto sinoviale) che le protegge. L’infiammazione fa aumentare il liquido lubrificante, che si accumula e gonfia tutta la parte colpita.

Il titolo dello studio, argomentato poi dalla Radiological Society of North America, ha il seguente titolo. “Impact of Non-steroidal Anti-inflammatory Drugs (NSAIDs) on Synovitis and the Progression of Osteoarthritis: Data from the Osteoarthritis Initiative (OAI)“.

I ricercatori hanno preso in considerazione più di 700 pazienti, di cui 129 che assumevano FANS e 592 che non lo assumevano. Come possiamo evincere da un estratto dello studio, “Al basale, è stata osservata un’intensità del segnale significativamente più alta nell’IFP negli utilizzatori di FANS“. Tradotto, significa che lo staff ha rilevato un’incidenza maggiore della sinovite da versamento negli utilizzatori di FANS rispetto ai controlli.

Sempre nello studio, però, i ricercatori affermano che la differenza è molto piccola e “non raggiunge la significatività statistica“. I risultati ci fanno comunque comprendere che qualsiasi medicinale, trattamento, vaccino o terapia, sebbene efficaci, possono non sortire i medesimi effetti positivi su tutte le persone.

Siamo tutti uguali ma tutti diversi

Dovremmo sempre informarci bene su qualsiasi medicina che assumiamo, e ovviamente chiedere consiglio al nostro medico di fiducia. Infatti, è la figura che ci conosce meglio, che sa la nostra storia clinica e che ha le conoscenze idonee a orientare i propri pazienti verso la cura più idonea.

(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)

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